Bloody MillionaireMarble Dust2016 - Rock

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Enormi potenzialità non sfruttate per una band del suono fortemente americano. Una pistola che per il momento spara a salve.

Se chiami la tua band Bloody Millionaire come minimo devi incendiare le chitarre nei live o inneggiare al massacro di vergini in scream style in almeno due brani del tuo disco, avere un suono al limite della sopportazione per colpi di doppia cassa al secondo. Invece i Bloody Millionaire sono un gruppo padovano che suona un innocuo classic rock come si faceva nella prima metà degli anni 2000, e non incutono timore ma anzi, sono pronti per comporre la sigla di qualche serie tv americana.

C'è una classicità di fondo nel suono di "Marble Dust", una non-sperimentazione molto grunge, o stoner a voler essere meno nostalgici, pochi colpi di scena, poco volume che travolge, le 10 tracce in scaletta scorrono una dopo l'altra omogenee quasi fossero un unico flusso sonoro. Accuratezza nella composizione e buona amalgama sono indiscutibili in questa band formatasi appena nel 2014 e già in grado di sfornare brani di qualità, si avverte però un velo di piattezza, come se l'ispirazione derivasse da tutti i pezzi minori delle grandi band rock degli ultimi 10 anni ma senza colpire mai nel segno con uno spunto degno di nota.

"As much as she can take" apre il disco con un incedere blues scuro tipo Queens of the Stone Age di "Songs for the deaf" ma che suonano chiusi dentro ad un garage e lo stesso vale per "Overdue part I e II" che sembrano i QOTSA ma dell'ultimo album, se possibile ancora più rallentati e scarni. "Marble dust" e "The reverse again" richiamano alla mente pezzi degli Wilco ma senza arrivare mai alla stessa tensione creativa e fascino anglofono, la bella voce del cantante Giovanni infatti pecca un po' nella pronuncia inglese. Piccola tirata d'orecchie per una similitudine troppo evidente tra l'intro di "Redemption and defeat" con quello di "A ton of love" degli Editors, poco più lenta e qualch tono sotto ma decisamente molto simile. Un guizzo si ha con "One last inch off the ground", in cui un paio di scossono rock arrivano, ben incastonati nella composizione del brano.

"Marble dust" è un disco con altissime potenzialità e margini di miglioramento, i Bloody Millionaire sanno suonare assieme e la voce del frontman ha dei colori davvero apprezzabili, manca la scossa elettrica che pone i giusti accenti nelle parti clou delle canzoni, forse un diverso missaggio avrebbe reso più accattivanti i suoni e pompato le linee di bassi. Work in progress.

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La recensione Marble Dust di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-12 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • DALLAZ8 anni faRispondi

    Mi piace il gioco "trova le differenze" che hai fatto qui!