mulbömulbö2015 - Strumentale, Sperimentale, Alternativo

mulböprecedenteprecedente

Un lavoro che merita attenzione per la particolarità della proposta che lancia; ma l'attenzione maggiore spetta averla ai Mulbö più che agli ascoltatori.

I Mulbö propongono un interessante mix concettuale di post-rock/ambient, jazz ed elettronica. L'idea di per sé è abbastanza accattivante ma si concretizza in un lavoro che ha diversi angoli ancora da affinare.

Questo primo album è davvero molto colorato e porta sulla schiena il peso di un evidente lavoro creativo, compositivo, sonoro e non ultimo di produzione ma che avrebbe dovuto essere guidato ancora un po' in direzione di un precipitato più succinto, sì, ma sicuramente più coerente e con più identità.
La personalità non manca al gruppo e nemmeno all'album: le atmosfere caotiche, a tratti adrenaliniche e paradossalmente primordiali degli scorci elettronici si accostano con eleganza a momenti più distesi e rilassati, riflessivi e onirici, grazie a chitarre e sonorità surreali - ne è un valido esempio "Xagalka". Ma in quanto a identità il tutto appare ancora troppo amorfo.
A questa scarsità di forma concorre, probabilmente, la tavolozza dei suoni, non sempre coerenti e, in alcuni passaggi, quasi goffi o che vanno a cadere in questo o quel cliché. Alcuni cambi avrebbero forse meritato sonorità, relativamente all'insieme, più organiche.
Ma tornando a noi, durante l'ascolto si alternano momenti di noia a momenti di efficace creatività - da paura la sottile "Szen Ji". Alcune parti, tuttavia, sono eccessivamente ripetitive - è il caso di "Noun" che parte con un'affascinante introduzione per poi esaurirsi nella tantrica ripetizione di questa - e qui torniamo alla questione del suono: dal vivo, determinati passaggi, faranno sicuramente la loro signor figura potendo contare sull'impatto scenico del live e del suono vivo del concerto; ma su disco non sono abbastanza efficaci da intrattenere e finiscono col far sbuffare.
L'album, nella sua interezza, sarebbe stato più affascinante se più condensato; queste 8 tracce strumentali non sempre colpiscono nel segno e 35 minuti sono un po' troppi per star dietro agli avviluppamenti e alle distensioni oniriche dei Mulbö. Un disco - o un ep - più corto sarebbe stato decisamente più comunicativo poiché questo - che comunque ha veramente molto da dire - alle volte stanca, alle volte il tutto non suona come un oggetto unico ma ci sono diverse, sottili, sbavature che si potrebbero eliminare.

In conclusione, questo s/t è un lavoro che merita attenzione per la particolarità della proposta che lancia; e la stessa grande attenzione la aspettiamo dai Mulbö col prossimo lavoro.

---
La recensione mulbö di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-13 09:00:00

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia
  • mulbo8 anni faRispondi

    Bella e accurata recensione, ringraziamo!