Chichimeca Barbari 2004 - Cantautoriale, Folk, Etnico

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Il titolo di questo lavoro è anche la traduzione del nome del gruppo: nell’antica lingua olmeca messicana il termine “Chichimeca” (si pronuncia cicimeca) significa infatti barbari. Viene da chiedersi quale sia allora il filo che lega la Sardegna - terra d’origine dei Nostri - con il lontano Messico.

Le “radici” dalle quali l’avventura della band sarda prese vita si potrebbero idealmente rintracciare nei viaggi che Claudia Crabuzza - cantante e autrice dei testi, ex Tazenda - intraprese alla volta delle terre che furono la culla dei Maya e degli Aztechi, nonché di altre evolute civiltà tra le quali i “barbari” Chichimechi.

La giovane musicista rimase talmente affascinata dalla cultura delle popolazioni indigene, ed evidentemente dalla loro musica, che quando fece ritorno nella terra natale - correva l’anno 2000 - decise di dare vita ad un progetto che in qualche modo prendesse forma da ciò che le era rimasto “dentro” nei mesi di permanenza messicana. Altri musicisti presero parte al progetto che in qualche anno è cresciuto e ha sviluppato un “discorso” musicale poi concretizzatosi in questo “Barbari”.

Sin dai primi brani si percepisce la presenza dell’impronta messicana che attraversa le metriche e le armonie delle composizioni. E’ un set acustico che riesce a rendere al meglio - grazie anche agli ottimi strumentisti - una gamma di moods che spaziano dal “dolce” al ritmato con estrema disinvoltura.

Ciò che si percepisce immediatamente è un senso di “calore” che attraversa ogni composizione, merito anche della notevole voce di Claudia Carabuzza e delle liriche sempre “romantiche”, pregne di passione e - talvolta - malinconia. E’ una tensione che esprime anche l’anima sociale - se così si può dire - dell‘opera, che si schiera decisamente dalla parte di chi quotidianamente vive l’oppressione di un governo - per usare un eufemismo - “insensibile” alle istanze delle minoranze che si battono per i propri diritti e per migliori condizioni di vita; riecheggia nelle liriche anche l’esperienza degli indios del Chiapas e della loro coraggiosa resistenza.

Nonostante ciò “Barbari” non è affatto un disco “politico” nel senso stretto del termine, ma esprime piuttosto una inclinazione d’animo, una sensibilità particolare.

Nel CD è inoltre presente una traccia multimediale nella quale si trova il video di "Viola", uno dei brani più “intensi” dell’opera. Il videoclip, interamente in bianco e nero, ritrae i sei componenti durante l’esecuzione live del brano sopra citato. Tralasciando qualche ingenuità tecnica, tipo un violoncello che suona come un violino (!), il videoclip è molto rappresentativo della grande espressività e intensità che i Chichimeca riescono a trasmettere.

In conclusione, “Barbari” è un ottimo esempio di “cantautorato meticcio“, capace di unire l’impegno e la leggerezza, tenendo sempre tesa la corda di una passione che attraversa ogni singola nota.

Si sente: questo è un disco fortemente “voluto”.

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La recensione Barbari di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-12 00:00:00

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