Teho Teardo Nerissimo (W/ Blixa Bargeld) 2016 - Sperimentale

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Torna l’altrove inafferrabile di Teardo e Bargeld e la “moderna musica da camera” che ne riempie gli spazi.

Nessuno – dico nessuno – avrebbe scommesso neanche un centesimo sulla fugacità del sodalizio artistico tra Teho Teardo e Blixa Bargeld. Tanta e tale è stata la stima raccolta dall’ammirevole “Still smiling” e dal collaterale tour a supporto – senza contare l’interlocutorio EP “Spring" – che la prosecuzione di quel percorso non avrebbe potuto che assumere i medesimi connotati di un automatismo naturale, alla stregua di un animalesco respiro. “Nerissimo”, dunque, altro non è che lo spasmo sonoro scaturito meccanicamente da quel respiro. Un’istintiva contrazione creativa generata dall’amore per l’arte (nell’accezione più ampia del termine) e dall’irresistibile forza dell’amicizia; quest’ultima peraltro simboleggiata dalla splendida copertina ispirata al celebre dipinto del 1533 "Gli Ambasciatori” di Holbein il Giovane (una copertina che, a suo modo, ci ricorda quella ben più ruspante di “vdb23”, anch’essa vivida incarnazione di un’amicizia, quella tra Claudio Rocchi e Gianni Maroccolo).

A livello lirico/orchestrale, nonostante l’inesauribile fermento immaginifico dei due, nessun allontanamento dalla strada maestra: siamo ancora dalle parti di “Still smiling” e di quella sua visionaria sonorizzazione di un altrove inafferrabile: uno spiedino di non-luoghi crepuscolari e fuori dal tempo evocati dall’ormai collaudata alchimia di archi, elettronica, chitarre, rumorismi sparsi e declamazioni trilingue (inglese, italiano e tedesco), in continua sospensione tra cinema, teatro, letteratura, musica sperimentale e surrealtà in 3D.
Un disco monolitico e panoramico al contempo – perché è innegabile l’onnicomprensività cromatica del nero – che saltella con mestiere da atmosfere di stilosa lentezza “bergmaniana” (la stessa title-track in apertura) a momenti di fascinoso tormento esistenziale in salsa post-cameristica (“The Beast” - “I don't know if the beast is there / to strangle or to embrace”), da angosciate riflessioni orchestrate (“Nirgendheim”) a rivisitazioni di pregevole fattura (la magnetica cover di “The empty boat” del grande Caetano Veloso). E poi ancora il filosofare dalle tinte cobalto di “Ich bin dabei”, gli stillicidi (dis)armonici di “DHX 2” e “Animelle” o il cervellotico, quanto autoreferenziale, divertissement di “Ulgæ”, una destabilizzante bizzarria sonico/narrativa concepita nell’iperuranio emozionale di pertinenza esclusiva dei due artisti, a tratti così gelosamente presidiato da tagliar fuori l’ascoltatore attraverso veri e propri cortocircuiti comunicativi.

Per quanto l’effetto sorpresa sia venuto meno rimane intatta la carica seduttiva di questa ennesima collisione tra creatività visionarie e micromondi personali: lo charme e l’eclettismo di Bargeld, madidi di mitteleuropa tascabile, si adagiano dentro il vestito scenografico cucito su misura dall’amico Teardo, per quella che a tutti gli effetti incarna una “moderna musica da camera”, come più volte ribadito dallo stesso Herr Bargeld, in polemica risposta alle più disparate etichettature di comodo.

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La recensione Nerissimo (W/ Blixa Bargeld) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-01 10:00:00

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