Moving clouds Oltre confine 1998 - Strumentale, Folk, Etnico

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Lasciato inavvertitamente scorrere il lettore cd in mia assenza, torno trafelato al mio amato rifugio, ma vengo prima fermato dall’imprevisto apprezzamento di mia madre: “cos’è quel bel cd di musica irlandese che hai su adesso?”. La cosa, ne converrete, è già di per sé preoccupante: insomma, quando mai un genitore ti dice che quello che stai ascoltando non è male? A me, accade solo in rarissime occasioni, e stavolta, i Moving Clouds, me li definisce “Irlandesi”!

In effetti, il Tin Whistle, le Uillean pipes e le atmosfere in generale rimandano indubbiamente a tratti alla splendida isola d’Irlanda, ma non mancano altre sfumature (“Notturno Arabo Andaluso”, con quel vocalizzo fra Triana e l’Arabia) ed arricchimenti. Oltre confine”, il lavoro qui recensito, contiene 8 brani ed è stato registrato all’inizio del 1998: sarà pur roba del secolo scorso, ma ogni tanto reimmergerci in simili atmosfere fa bene, che poi a proporcele sia un gruppo barese, poco importa, chè la preparazione tecnica e lo spessore artistico del sestetto si direbbero assai elevati.

Miwok e Nordhavn, ad esempio, sono molto belle, a patto che ci si lasci ammaliare da un ritmo molto lento e si sia in vena di romanticismi: al rocker incallito, simili sonorità si addicono solo per un imboscamento con pulzella degna di dolci attenzioni (per il resto, l’effetto sarà per costui simile ad una indigestione di Valeriana); al folkomane, simili sonorità porteranno una ventata di Sud dopo un eccesso di Chieftains e Guinness, e sarà forse accontentato anche quello intrippato con le schifezze new age, infine al curatore di colonne sonore, consiglio il cd per riprese aeree su verdi distese o per complici sguardi d’innamorati che escono da Pub (fumosi con moquette bruciata e legno tutt’intorno) per consumare la loro passione…
Noto solo ora d’aver usato il termine “ammaliare” e mi accorgo di quanto sia, in fondo, così simile ad “annoiare”. Menzione particolare per la struggente “Ter/Oltre il confine”, ma forse è solo perchè oggi è uno di quei pomeriggi super-uggiosi col cielo coperto e una chitarra acustica ed un piano sono ottimi amici.

Musica che chiede tempo e predisposizione, statene alla larga se cercate big-beats o irruenza, qui troverete solo dolci carezze. Musica autunnale.

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La recensione Oltre confine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-08-29 00:00:00

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