Humpty Dumpty Messiness 2016 - Psichedelia, Progressive, New-Wave

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Un buon disco in cui si gioca di sponda tra l'elettronica e la new-wave, con alcune sferzate rock'n'roll

Sorprendente per alcuni versi il lavoro firmato da Humpty Dumpty, moniker dietro cui si nasconde il talentuoso Alessandro Calzavara, ormai attivo sulla scena da oltre 10 anni. Una one-man-band di fronte alla quale si rimane sorpresi per la varietà di idee e contaminazioni fra generi.

Rispetto al precedente "Etnomology" (sul quale il collega si lanciava in un giudizio alquanto azzardato, definendolo il "Sgt. Pepper" dell'artista siculo e che invece al sottoscritto appare prolisso e non sempre a fuoco), "Messiness" ci appare mai fuori dalle righe e piacevolmente conciso. Sarà che stavolta Humpty Dumpty richiama diverse sonorità di fine anni '90, mischiando dell'ottimo pop con l'elettronica di stampo glitch (ma non solo), riportando alla mente le suggestioni firmate dalle band di casa Homesleep (l'iniziale "Open" e la conclusiva "Subsmission" rimandano dritti dritti agli Yuppie Flu). Una sorta di ritorno al passato da cui i più nostalgici faticheranno a staccarsene, mentre i più giovincelli che si fossero presi un'imbarcata per gli Arcade Fire, potrebbero trovare in questa raccolta contiene degli ottimi spunti su cui approfondire. 

In definitiva "Messiness" può considerarsi un lavoro piacevole, in cui si gioca di sponda tra l'elettronica ("Depth, "Faith") e la new-wave ("Ambition", "The brood "), con alcune sferzate rock'n'roll ("Protest song",  "Biopolitics").  Su alcune pecche in fase di produzione penso sia il caso di sorvolare, trattandosi dopotutto di un prodotto homemade

 

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La recensione Messiness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-11 00:00:00

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