Meg Meg 2004 - Pop

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Piccola, azzurra aleggia / una farfalla, il vento la agita, un brivido di madreperla / Scintilla, tremola, trapassa. / Così nello sfavillio dun momento, / così nel fugace alitare, / vidi la felicità farmi un cenno / scintillare, tremolare, trapassare.

Ho scelto questo scritto di Hermann Hesse (“Farfalla azzurra”, NdR) come introduzione al disco solista di Meg, perché, se il parallelo tra i due artisti non è sicuramente dei più immediati (eufemismo), di certo la poesia dello scrittore tedesco può essere un cristallino manifesto dell’album della “già vocalist” dei 99 Posse.

Le canzoni di Meg, infatti, sono permeate da un’intensa dolcezza, la cui ideale forma è proprio una farfalla che veleggiando su una realtà lieve e trasognata illumina di intensi significati piccoli stralci di vita.

Stralci di vita trasfigurati nella passionale lievità di canzoni come “Olio su tela”, (con splendidi inserti di piano ed un penetrante tripudio di viole, violini e violoncelli), “Puzzle” (dagli scoppiettanti spunti elettronici), “Elementa” (incentrata su un affascinante testo bucolico) e “Regno d’acqua” (minimalista ed introspettiva).

Ma oltre a fulgide dimostrazioni di soavità, il disco di Meg regala altre intense suggestioni, rintracciabili nella straordinaria bellezza di “Simbiosi”, dalle frizzanti trame sonore e dal magnifico testo (“se non provi a spostare lorizzonte un po più in là i sogni non coincideranno mai con la realtà”), nel romantico nichilismo di “Parole alate” e in quel autentico capolavoro che è “Audioricordi”, con i suoi malinconici umori anni sessanta.

Il tutto a comporre un opera davvero incantevole, un disco in cui la cantante campana palesa grandi doti compositive (cimentandosi anche come polistrumentista) e, facendo zampillare la sua splendida voce tra chitarre, batterie, vibrafoni, strumenti ad arco, riesce mirabilmente ad ibridare pop e rock d’autore.

Un plauso, quindi, a quella grande artista che si svela essere Meg, e al suo dimostrare quanto la dolcezza (quella lontana dalla retorica) possa essere penetrante e vigorosa.

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La recensione Meg di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-08 00:00:00

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