Calibro 35 CLBR35 Live From S.P.A.C.E. 2016 - Strumentale, Progressive, Funk

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"CLBR35 Live From S.P.A.C.E", la consacrazione di un lungo lavoro.

Qual è il modo migliore per consacrare un tour italiano, prima di partire alla volta del continente Europeo, e lasciare una traccia indelebile del proprio passaggio? Pubblicare un vinile che è il resoconto di performance di alto livello è sicuramente la risposta esatta e i Calibro 35 lo sanno.

Parlare dei Calibro 35 è ormai diventato come discutere sulle linee di un jeans Levi's: nonostante cambino le forme, si rinnovino, ripropongano tagli cult, rimangono sempre Levi's, un'identità, un pezzo da sfoggiare sempre e comunque, che fa sempre bella figura, di qualità e indistruttibile. La band è riuscita a creare, nonostante i cambi di ambientazione (dalla Bovisa allo spazio), uno stile unico e inconfondibile.

"CLBR35 Live From S.P.A.C.E" è una raccolta dei momenti migliori tratti da due concerti al Biko di Milano, dove i nostri criminali interstellari si presentano in formazione allargata con Paolo Raineri alla tromba e Francesco Bucci al trombone (Ottone Pesante).

Il disco si apre con tre tracce ambientali, "Neptune", "Serenade for a Satellite"e "An Asteroid Called Death", dove echi e riverberi la fanno da padrone. Subito dopo i ritmi si fanno incalzanti con l'esplosione di "S.P.A.C.E.", brano che ci trasporta nel mezzo di un party organizzato su di un' elegante navicella. Qualcosa però va storto, e con "Ungwana Bay Launch Complex", ci ritroviamo in un pericoloso inseguimento interstellare: dei criminali sono alle nostre calcagna ma riusciamo comunque a spuntarla. "CLBR 35", un titolo non a caso, è la traccia che si lega maggiormente, per le sonorità, ai lavori precedenti, come se per un momento il gruppo, nonostante ci abbia catapultato al di fuori dell'atmosfera terrestre, ci voglia far tornare coi piedi per terra. I ritmi si fanno sincopati e singhiozzanti in "A Future We Never Lived" per poi diventare insistenti in "Across 111th Sun". Quella che si potrebbe definire la prima parte del disco si chiude con un altro brano ambientale ("Something Happened on Planet Earth") e terminano quindi le tracce tratte dall' album da studio "S.P.A.C.E.". In quello che sembra il lato B vengono proposti quelli che sono diventati i classici dei Calibro 35: "Eurocrime", "A Fistul of Lead", "La Mala Ordina", "Notte in Bovisa" e "Said".

Inutile rimarcare per l'ennesima volta quanto i Calibro 35 siano bravi e quanto propongano sonorità corpose e ricche di sfaccettature, bensì potrebbe essere interessante chiedersi se ciò che viene proposto è un diletto fine a se stesso o può andare oltre. Quello che è stato fatto a livello cinematografico, ad esempio i poliziotteschi di Fernando Di Leo, e a livello letterario, come i romanzi gialli di Giorgio Scerbanenco, sottointendeva un'azione pedagogica: la messa in scena di fatti scarni, sanguinosi e oscuri provoca a chi ne viene colpito una conoscenza e una sorta di ripudio verso quelli che sono atti crudeli e criminali, non un'attivazione verso tali. Il lavoro svolto dai Calibro 35, facendoci immaginare fughe, conflitti e sparatorie, non potrebbe avere gli stessi effetti educativi che erano insiti nel loro mondo d'ispirazione?

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La recensione CLBR35 Live From S.P.A.C.E. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-12 10:00:00

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