Light Whales Feel Alone with the Science 2016 - Pop, Indie, Electro

Feel Alone with the Science precedente precedente

Tutto un mondo in una cameretta

Qualche tempo fa è uscito un romanzo molto brutto, "Gli sdraiati" di Michele Serra, edito da Feltrinelli. Quel, per certi versi geniale, autore che fu Michele Serra, ha realizzato una sorta di polpettone che tratta di "cosa resti del padre nell'epoca della sua evaporazione autoritaria e disciplinare" (guarda caso la frase non è mia ma di Massimo Recalcati tratta da un suo articolo su "La Repubblica").

Eppure questi "figli con i padri evaporati", che passano tutto il tempo sdraiati sul divano oppure lunghi sul letto delle loro camerette sempre più invase di cose, possono ancora sognare (e meno male!). Ce lo certifica questo "Feel Alone with the Science" degli Light Whales. Il gruppo stesso  nasce da, giustappunto, una cameretta: Giacomo Pallaver infatti per quattro anni della sua vita, tramite un cellullare, un computer e un microfono, registra, crea, affina e lavora di bulino nella sua stanza a questo disco. Poi, una volta che gli echi della coscienza e gli incubi della propria vita si sono condensati, esce fuori e  trova i  tre musicisti perfetti per i suoi pezzi: ovvero Andrea Garofalo degli Alchimia, Matteo Tomaselli dei Bob and the Apple e Sebastiano Cecchini degli Humus.

Ne viene fuori "Feel Alone with the Science", un disco autoprodotto, auto-pensato ma suonato in collettivo. Una bellissima metafora questa per capire, senza bisogno di parrucconi, politologi o esperti di sociologia che diamine di generazione sia quella di cui, chi più chi meno, facciamo parte tutti quanti noi: ascoltate "Breathing Through the Pilot", con il suo inizio lisergico che poi si modifica in un electro-pop da filastrocca e poi ritorna, sempre con un andamento dolcemente zoppicante (cifra stilistica dell'intero lp), nella sua piccola intimità.

Non aspettatevi canzoni particolarmente aperte, possenti o massicce dai Light Whales. Il gruppo di Trento ha creato se non delle gemme, sicuramente delle canzoni paragonabili a minuscole caramelle, anzi a degli zuccherini imbevuti di alcol sino al midollo: sta a voi scegliere il gusto che preferite, dalla menta alla cannella. Io ho scelto quello che sa di zenzero e scorza d'arancio: ovvero la nona traccia, "Hold Me Back into Your Arms", la canzone/zuccherino, almeno per me, più saporita/o dell'album. 

---
La recensione Feel Alone with the Science di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-07 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia