Grammo di Soma La settimana nichilistica 2016 - Psichedelia, Slow-core

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"La Settimana Nichilistica": un messaggio con pochi destinatari

In questo periodo di incertezze da campagna elettorale, c'è stata una sola cosa in grado di mettermi più dubbi del quesito referendario: l'ascolto della "Settimana Nichilistica".
Il secondo album del progetto partenopeo conosciuto come Grammo di Soma è infatti un disco difficile da assimilare non solo a un primo ascolto, ma anche a un secondo e a un terzo, e probabilmente anche un quarto e oltre.
La difficoltà non sta solo nel farsi andare a genio quei quindici minuti scarsi di musica roboante e volutamente ripetitiva che trova un ideale punto d'appoggio su basso e batteria, ma anche, e soprattutto, nel comprendere ciò che il disco vuole comunicare all'ascoltatore.
Perché in quel vortice di urla e rumori si sente che c'è un messaggio, si capisce che quelle parole non sempre comprensibili non sono messe lì a caso, o se invece lo sono, è solo per uno scopo ben preciso. Eppure, per quanto ci si sforzi, trovarvi un senso è impossibile.

E sapete perché? Semplice: perché non c'è. O almeno, non per voi.
Questo disco è arte. Sissignori: arte. Discutibile quanto volete, ma senza dubbio arte.
Perché l'arte non è nient'altro che il messaggio di un artista, e sta a lui decidere se metterlo in una bottiglia e lasciarlo in balia della marea o se rilegarlo in una busta specificando i destinatari.
In questo caso, l'artista è uno solo: Antonio Iannone. E il suo messaggio non solo non ha destinatari specifici, ma nemmeno chiavi di lettura particolari, eccetto una: la confezione della bellissima edizione “handmade” che ho avuto il privilegio di ricevere.
Ora, so che non si dovrebbe mai giudicare un disco dalla copertina, ma questa merita una menzione particolare. Giocando sul titolo, Iannone ha realizzato una specie di parodia della Settimana Enigmistica, con dei veri e propri giochi che, volendo, si possono provare a completare, come “Trova le differenze” e “Unisci i puntini”. Il problema è che nel primo le due immagini non solo sono uguali, ma anche completamente bianche, mentre per il secondo gioco non bisogna sforzarsi troppo per collegare i puntini: ce n'è solo uno, ben posizionato al centro della pagina.

Iannone gioca con la nostra urgenza di dover sempre trovare un significato e uno scopo a tutto, e ci riesce alla grande con un disco che, già dal titolo, avrebbe dovuto fornire un grosso campanello d'allarme. Le parole di Iannone corrono veloci, spesso urlate, tra farfalle nelle bustine di zucchero a velo andate a male (“400 euro al mese 12 ore al giorno”) a tappi di sughero infilati su per il culo (“vasca, granita e chalet zuccherino”) e noi ne seguiamo intuilmente un significato che non c'è, o che non ci è stato concesso comprendere.

Un disco intenso, ironico e personalissimo, quasi inaccessibile ai più, in cui si percepisce la volontà di demolire l'establishment di pensieri e di certezze della società contemporanea, rivelandone quello che, infondo, ne costituisce il vero substrato: il nulla.

P.S. Nella busta, insieme al disco, c'era anche una matita: ovviamente, era senza mina.

 

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La recensione La settimana nichilistica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-28 00:00:00

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