Costanza Paternò Incostanza 2016 - Cantautoriale

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Atmosfere jazz e una voce intrigante alla base di "Incostanza": il disco d'esordio di Costanza Paternò

Costanza Paternò sembrerebbe appartenere a quella schiera di artisti che, misurandosi con il jazz, si spingono fin dove il suono vibra di vita, tra lampi melodici e intuizioni a sorpresa. La sua voce, capace di arrampicarsi in alto per poi precipitare negli abissi del cuore, esprime ritmicità pulsante come battiti cardiaci; la sua musicalità è un misto di jazz, classica, nostalgie latine ed etniche misurando, sul pentagramma, attitudine cameristica e folklore straniero. Accompagnata da musicisti ispirati, la cantautrice catanese presenta il suo disco d’esordio scegliendo Parigi, Bueno Saires e Marrakech come luoghi di adozione. Così traccia un repertorio dove l’ascolto si fa disteso, largo, orecchiabile, soffice come un soufflé speziato.
“Canta por la noche” ha un'anima latina, su cui si distende il timbro limpidissimo di una voce dalle sfumature malinconiche ed epiche; uno spicchio di notte languida e suadente, dolce come il sonno che sopraggiunge. Poi, d’improvviso, “Come quando fuori piove”, quella serena pacatezza diventa pianto sommesso perché non si vede il cielo, urgenza di respiro. Tutto è senza colore e senza memoria. Bello l’incanto della voce in cui si affacciano echi di Cristina Donà.
Intanto l’esplorazione del suono diventa spigolosa e destrutturata in “Fidati”: il jazz arriva prepotente regalando espressività e possibilità al pezzo, un invito a fidarsi sempre delle proprie emozioni come fragili melodie che si scordano e si accordano. “Le vent” dalla Francia arriva con un sapore etnico simile a quello di khaled ma meno accordato su frequenze pop, attraverso un linguaggio musicale cosmopolita e caldo. “Meo amour”, “Piccola utopia”, “Musica” ci offrono forza espressiva dallo stile jazz smaliziato e accattivante. “L’amore come la neve” è uno scrigno in cui sembra essere custodita la memoria di De Andrè.
Un disco d’esordio sincero di cui seguire gli sviluppi con costanza. A tratti manieristico e un pizzico ripetitivo ma che restituisce all’ascoltatore la piacevolezza di un canto dal forte temperamento e dalla appassionata personalità.

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La recensione Incostanza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-25 00:00:00

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