Mr60 Mista sista from outta space 2004 - Lo-Fi, Pop

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Ho recentemente visto, proposto dalla trasmissione "Assolo", un pungente monologo di Neri Marcorè incentrato sull'esagerato uso della parola "particolare". Il bravo comico interpreta la sua avversione per uno dei termini più (ab)usati della favella contemporanea, portando degli esilaranti esempi rubati alla vita quotidiana: "Come ti sembra Paolo? Beh è un tipo… un po' particolare". O "Ti piace come si veste Giulia? Sì, ammiro il suo gusto eccentrico, particolarmente… particolare".

Detto ciò, passo a presentarvi il disco dei Mr60: un lavoro che d'acchito mi è parso… ehm, particolare.

L'incriminato epiteto è stata la prima e subitanea etichetta che ho appiccicato su una copertina molto naif (con parti scritte a manina santa, in un corsivo incerto e ciondolante), sul fatto di essere distribuito da una cd-r label danese (la B.S.B.T.A.) e sul titolo fuorviante del demo stesso ("Mista sista from outta space") e delle singole tracks (si spazia da una romantica "Cloud" a una folle "Take care of alligators when you go to Florida, man!" passando da "Los bastardos").

Poi, ascoltando le canzoni sono stato investito dalla "bassa fedeltà" del "Signor Sessanta" ed ho scoperto che è "anima lo-fi" l'etichetta giusta per lo spirito istintivo e provocatorio di questo gruppo veneto, spirito espresso con brani registrati con un quattro tracce, un dischetto hand-made e un atteggiamento sincero e precario.

Una vera filosofia di vita, mirabilmente espressa in una recente intervista rilasciata dalla band: "Lo-Fi? E' un po' come aprire le porte della propria cameretta ad una persona: è una cosa sentita anche se non sempre la camera è in ordine. Il letto è ancora da fare, le scarpe sono buttate in un angolo…". E, nelle dieci canzoni di "M.s.f.o.s." quel disordine è proprio papabile e fluisce da strumenti scordati, improvvisati gorgheggi femminili, fruscii… il tutto a dare spessore ad un ammaliante pop e a splendidi pezzi come "Little song", "Naranjito" e "W.w.f.".

Un disco decisamente affascinante per un band che si dice influenzata da Mojave 3, Okkervil River e Belle & Sebastian e che spera di trovare anche in Italia un'etichetta attratta dalla sua musica, bissando l'interesse della B.S.B.T.A. e dell'olandese Living Room Records (licenziataria di "Postcards": compilation che ha recentemente ospitato Mrsixties).

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La recensione Mista sista from outta space di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-12-14 00:00:00

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