Fulvio Bozzetta Metabolismo Lento 2016 - Cantautoriale, Pop

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Non è mai troppo tardi per cominciare. Fulvio Bozzetta e il suo esordio, a 67 anni suonati.

Cos’hanno in comune Antonello Venditti, Edoardo Bennato, Bruce Springsteen, Tom Waits e Fulvio Bozzetta? Semplice: sono tutti musicisti, per giunta venuti al mondo nello stesso anno: il 1949. Le similitudini, però, finiscono qui. Perché se i primi quattro hanno iniziato a concretizzare i loro vagiti artistici sin da quando erano poco più che ragazzi, Bozzetta è arrivato a incidere il disco di esordio in tempi recenti, alla veneranda età di 67 anni. “Metabolismo lento”: quando un titolo spiega più di tante parole. Se poi aggiungiamo l’immagine scelta per la copertina, il cerchio si chiude: un bradipo sulla cima di un grattacielo, a mo’ di King Kong. Già, il bradipo, uno degli animali più rilassati del globo terracqueo.

Eppure, Fulvio Bozzetta non è proprio un parvenu. Il suo curriculum vitae vanta un paio di band attive nei caldi anni ’70, sciolte per fame a quanto pare, anche se sono state la politica attiva prima e l’insegnamento nella scuola pubblica poi ad assorbire i pensieri e le azioni del triestino. Che, in compenso, non ha mai smesso di credere nelle proprie idee, o meglio, nelle proprie canzoni. “Metabolismo lento” è il risultato di una lunga attesa, un punto di arrivo e, forse, di (ri)partenza.

Dodici pezzi nati e cresciuti con l’obiettivo di tessere storie, emozioni, affetti. Tra il ricordo per l’amico scomparso (“Josko”), la tensione per un amore da decifrare (“Fai sul serio o ti bulli di me?”, da “Bachiana per Ale”), l’ironia (“Il diavolo e suor Angela”), sullo sfondo di un'indignazione per nulla sopita (“Una canzone per me che vivo la via della rabbia, per me che mi ribello contro l’ordine”). La voce è un condensato di catrame, adagiata su di una band che segue le orme di Paolo Conte e Gianmaria Testa per poi perdersi in altri percorsi. Eccola sferrare impietosi riff di chitarra, confrontarsi con il cantautorato tricolore degli anni ’80, trovare conforto tra improvvisi afflati indifferentemente densi di romanticismo o di durezze assortite. In un un gioco di contrasti efficace, per certi versi spiazzante, tanto da mettere in risalto un album bello e intenso, ricco di contenuti e autenticità. Fino a dimostrare che non è mai troppo tardi per cominciare. E, si spera, per proseguire.

 

 

 

 

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La recensione Metabolismo Lento di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-28 00:00:00

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