Hermit Going Under 2016 - Electro

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Dietro il nome Hermit non c'è un produttore ma quattro ragazzi che suonano musica da club armati di strumenti

Se si ascoltasse il disco senza conoscere l'artista in questione, anche ingannati dal nome al singolare, si penserebbe al classico produttore elettronico seduto comodo in poltrona davanti al computer. Hermit sono invece un gruppo di quattro ragazzi, e questa è forse la sorpresa più grossa, che hanno deciso di suonare musica propriamente da club in un contesto live, armati di chitarra, batteria e sintetizzatori.

"Going Under", ep d'esordio del quartetto, è notevolmente influenzato dalla nuova scena elettronica berlinese. Le casse profonde, le linee di basso morbide e corpose, le atmosfere eteree e surreali richiamano subito alle sonorità di Recondite, produttore techno tra i più introspettivi e minimalisti. Piacevole e degna di nota è la personale cover "Lonely Boy" dei Black Keys, dove si gusta al meglio il connubbio pop-rock/club che caratterizza la band. Il disco, dal respiro decisamente internazionale, risulta di facile ascolto, scorrevole, preciso, senza eccessi difficili da digerire: il prodotto è quindi più che buono, anche se le fonti di ispirazione sembrano un po' fasciare il gruppo in un contesto determinato. Un'uscita cauta, dove si è andati sul sicuro. Forse si poteva ostentare maggiormente, con la fusione delle linee stilistiche espresse, in sonorità più sperimentali e meno canoniche.

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La recensione Going Under di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-08 00:00:00

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