Cesare Isernia Cè Di vita, morte e miracoli 2016 - Rock

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Tra intimismo ed energia, Cè dimostra di avere buoni numeri da sfruttare.

Cesare Isernia, per brevità chiamato Cè, torna dopo “Sono laureato in economia”. Era il 2014 e il cantautore napoletano esprimeva tutto il suo amore per il rock and roll senza per questo disprezzare certe atmosfere soffuse, quasi sussurrate.

A tre anni di distanza, le cose sembrano cambiate, anche se non troppo: “Di vita, morte e miracoli” suona in modo leggermente più energico del predecessore, Isernia si rimette in gioco inserendo al centro del nuovo lavoro tutta la vitalità della sua chitarra elettrica (ben distinguibile nell’opener “Il mio umore”, in “L’altra metà” o in “La fine”). Rock tout court e schegge di brit pop sono disseminati con convinzione all’interno del disco, anche se “L’ultimo sasso” prova ad andare più in là, sulle ali di un arrangiamento complesso e ricercato, quasi un elogio alla lentezza, tra richiami desertici e azzeccati cori di complemento.

All’appello non mancano pezzi docili, intimisti, se non sbarazzini, ed è il caso di “Come Maradona”, o permeati di richiami addirittura al dub, ben avvertibili all’interno di “Luna”. In realtà, Cè non ha dimenticato come si scrive una canzone d’amore: argomento del quale continua a occuparsi attraverso testi a volte sin troppo sdolcinati, senza però cadere mai, o quasi, nella trappola della banalità. Certo, a volte si esagera col miele, ascoltare l’acustica “Un giocattolo vecchio” per credere, ma, in definitiva, al netto di qualche alto e basso (tra i primi annoveriamo l’ottima “Alla fine”), Cesare Isernia, conferma di avere dalla sua dei buoni numeri da poter continuare a sfruttare.

 

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La recensione Di vita, morte e miracoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-05 00:00:00

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