MASSARONI PIANOFORTI GIU - I cantautori mi stracciano i coglioni 2017 - Indie, Elettronica, Acustico

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Splendido disco di conferma, dal titolo provocatorio, che racconta al meglio una storia d'amore e di rimorso

Gianluca Massaroni ci è rimasto sotto. Sotto una valanga di contrasti e schizofrenie dopo la fine di una storia d'amore e dopo una sbornia di cantautorato di ultima generazione. Così nasce "GIU", concept album di 14 tracce poco serene e poco diverse da quello che nel sottotitolo "ha stracciato i coglioni", ovvero il cantautorato stesso. È un disco con dentro molto di personale e per questo intenso e rimuginato.

È passato il tempo in cui Massaroni Pianoforti urlava a Carlo che era ubriaco, ora c'è da affrontare Giulia, che come un treno accoglie, trasporta e travolge lasciando evidenti segni nella vita e nella musica. "GIU", l'avverbio di luogo che è inizio e fine della storia, il posto dove il cantautore vive, un bunker dei sentimenti autoinflitto, dove comporre e digerire ciò che c'è all'esterno, nucleo compresso di pensieri e noia, dove farsi le palle a fette dalle canzoni piene di parole dei nuovi cantautori, Vasco Brondi, Brunori, Thegiornalisti and friends che finiscono ironicamente nel brano d'apertura "Palestra". Nessun dissing, solo la noia.

Schiacciando zanzare l'uomo solo finisce per non bastarsi più, nemmeno la chitarra acustica sopporta i carichi d'ansia. "La notte di San Silvestro" è una brevissima parentesi di consapevole finto divertimento: si pisciano fiumi di spumante dozzinale mentre le voci nella testa echeggiano:"È ora di alzarsi, aprite gli occhi".
La poetica di Massaroni è sempre la stessa, potente, ondeggiante tra crudità e sogno, la voce pure, ruvida e tesa ma anche calda quando serve. In questo disco i piccoli fruscii e le basi ritmiche di chitarra diventano barocche con campioni elettronici di suoni splendidamente sequenziati. Come "L'incontro di un uomo e di una donna" (brano più originale dell'album), qualcosa di minimale che si avvicina all'imponderabile quando il cuore si sposta GIU verso il ventre.

Distrazioni elettroniche quindi, ma anche brani filastrocca come "Adelio Adelio", divertente traslazione alcolica di "Gianna" di Rino Gaetano, o "Uguale a me" e "Filastrocca del cattivo umore", esempio della bipolarità incipiente che galoppa nella quotidianità del rapporto di coppia: per un minuto ci si fonde simbioticamente, un minuto dopo si metterebbe mano alla pistola per ogni capello fuori posto. Poi accade che si inciampa in errori, si prendono derive difficilmente spiegabili, si naufraga con la testa e con il corpo. "Lupo di mare" è un pezzo struggente, dita sul piano e voce angosciata, a domandarsi se ha un valore la parola fiducia, e alla fine macchiarsi la coscienza cantando ossessivamente "Giulia è pazza, Giulia è pazza". Le "Barche di carta" in balia del vento si spostano freneticamente senza senso, quando i nodi si disfano come legami svaniscono nei rimorsi. "Sei un bell'amore di niente" urla Massaroni Pianoforti, oramai alla fine della sua storia d'amore, tra metafore di documenti persi, l'identità smarrita, e l'accettazione di non aver mai capito Giulia, tra errori, ricordi e un'ultima chitarra distorta e ripetitiva.

"GIU" è un album che descrive una storia pezzo dopo pezzo, le fotografie musicali al suo interno hanno colori carichi, le sfumature sono corte, non ci sono spazi vuoti. La maturità compositiva di Gianluca Massaroni è completa, ora resta solo la sperimentazione sonora per toccare il cielo. E pazienza se sembra sempre Baglioni, Dalla o Gaetano, d'altronde pure lui rientra a pieno titolo tra i cantautori stracciacoglioni.

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La recensione GIU - I cantautori mi stracciano i coglioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-26 09:00:00

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