Umaan Umaan 2017 - Cantautoriale, Elettronica, Ritmi

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Un lavoro da vivere in notturno, tecnicamente perfetto. Gli Umaan presentano il loro disco d'esordio, self titled.

“Questo album è stato pensato di notte. Ascoltalo al buio, ad alto volume, guidando su una strada libera”: è così che gli Umaan presentano il loro primo lavoro in studio, che prende il titolo dal nome del gruppo. E quella su riportata è un’introduzione quanto mai azzeccata: è proprio di notte che quest’album regala il meglio di sé. Sonorità elettroniche, eteree ma allo stesso tempo molto ritmate dagli arpeggiatori, voce delicata e spesso effettata e in generale la ricreazione di un’ambientazione molto pacifica. Non troviamo esplosioni eccessive, tutto rientra in un concetto di rotondità generale di suono che, appunto, trova la sua massima espressione a sole calato.

La produzione (svolta al MaM studio da Riccardo Parravicini e Davide Arneodo, turnista dei Marlene Kuntz) elettronica e ritmica rimanda ai Subsonica e ad alcuni lavori dei Muse.

Sotto il punto di vista tecnico, il lavoro è impeccabile, a partire dalla pulizia e precisione dei suoni, fino ad arrivare agli arrangiamenti dei singoli brani, tutti fattori che rendono l’ascolto molto godibile.

Se vogliamo trovare un neo al lavoro viene, paradossalmente, proprio dall’eccessiva ripetitività degli arrangiamenti: gli arpeggiatori sono una costante, così come il mood dei suoni complessivo. Non c’è un’interruzione decisiva, un momento che faccia riprendere il fiato: è un’immersione a 360° nel mondo Umaan che dopo un po’ può destabilizzare un ascoltatore non avvezzo ad ascolti di questo tipo.

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La recensione Umaan di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-06-15 00:00:00

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