Jacopo Minio Paluello Anche il cuore ha una voce 1999 - Pop

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Cantautore. Nel senso esatto del termine. Cioè qualcuno che scrive e suona, pressoché in solitaria, le sue canzoni. Cantautore che alla sfera politica (cioè all'approccio tipico, per intenderci, anni '70) preferisce quella sentimentale. Jacopo Paluello, da Roma. Ragazzo di borgata innamorato dell'amore. Un po' come il primo Venditti più sdolcinato. Voce, armonica e chitarra e tanti giorni passati a guardare il sole farsi rosso e colorare in tramonti da sogno le ringhiere e i tetti della Capitale. E da buon animo gentile, commuoversene. L'intero lavoro risente di questa “gentilezza” di fondo. Grande attenzione alla melodia, voce squillante e intonata, perizia tecnica frutto di una lunga gavetta. Già. In difetto però di qualcosa facilmente definibile con le parole “intensità” e “spessore”. Così i 5 pezzi del cd (probabilmente radiofonicissimi) scorrono via senza lasciare molto all'ascoltatore. Sia l'armonica in Favole finte , primo pezzo del minicd, omaggio al proprio nume Bruce Springsteen. Sia il blues pseudo-sghembo (e forzato) di Stile libero non riescono proprio ad entusiasmare. Unico pezzo che non è poi malaccio è Il desiderio , in cui la storia dei 2 giovani sembra molto “Anna e Marco” di Dalla, però ha buon ritmo e coinvolge.

Grande sognatore Jacopo, che a 29 anni riesce ancora a credere che “anche il cuore ha una voce” e che valga la pena di ascoltarla. Certo. Ci permettiamo di aggiungere che può anche parlare, il cuore…ma non è detto che abbia sempre qualcosa di interessante da dire. O che quando ce l'ha, riesca a trovare parole abbastanza intense per farlo.

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La recensione Anche il cuore ha una voce di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-28 00:00:00

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