Maria Antonietta Deluderti 2018 -

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Maria Antonietta si è presa il suo tempo per crescere e tornare alla musica senza deludere, noi e se stessa.

“Non sono esperta di questa civiltà, me ne resto in disparte”, canta Maria Antonietta in “Vergine”, ed è un verso che le somiglia, o almeno somiglia all'idea che ci si può fare di un'artista che, in questi tempi in cui bisogna (o così pare) essere sempre presenti, sempre sovraesposti, nel giro giusto, sceglie di vivere in campagna, di prendersi i suoi tempi, di allontanarsi, fisicamente e non,dalla musica, di restare in disparte per quattro anni. Che cosa ha fatto Letizia Cesarini nei quattro anni che sono passati da “Sassi”? Ha studiato, ha lavorato, è cresciuta.
E adesso è pronta per ributtarsi nella mischia. Lo fa proprio raccontando questa crescita, raccontando se stessa, con nove canzoni in prima persona che non hanno paura di mettere a nudo sentimenti e vulnerabilità. Prodotto con mano gentile da Giovanni Imparato (Colombre), “Deluderti” suona come una lunga confessione, fra rabbia e autoconsapevolezza, in costante quanto precario equilibrio tra sfogo tardoadolescenziale e agognata, e a tratti raggiunta, maturità emotiva. Anche – e soprattutto, trattandosi di confessione in forma di album – in costante equilibrio fra il rock vicino al punk della prima Maria Antonietta e un cantautorato più intellettuale, seppur sempre molto istintivo, fra ricercatezza e immediatezza (qui, per esempio, Levante potrebbe avere qualcosa da imparare), fra contemporaneità e neoclassicismo (“Cara”, “E invece niente”, potrebbero sembrare rubate al repertorio di un'interprete degli anni '60), fra un sound delicatamente italiano e mediterraneo (“Cara ombra”) e l'influenza, forse, della sua regione che è quella a più alto tasso di shoegazerismo e britannicità, che si sente parecchio in “Pesci” e nella title-track.

Se l'aspettativa era che questo disco non assomigliasse “a una linea di contorno”, ma che fosse pieno e tridimensionale, non è stata delusa. O forse il segreto sta proprio nel non averle e non crearle, troppe aspettative. In ogni caso, “nessuna delusione specifica”.

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La recensione Deluderti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-16 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • alia76 6 anni fa Rispondi

    Disco bellissimo.