Matteo Perìfano Uomo Europeo 2018 - Cantautoriale, Pop, Classica

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Una premessa artistica interessante e coraggiosa che darà indubbiamente i suoi frutti una volta giunta a maturazione.

Matteo Perìfano, classe 1993, nel suo disco d'esordio “Uomo europeo” punta indubbiamente in alto, descrivendolo come un «viaggio d'altitudine» (“La notte di Valpurga”). Compone infatti 9 tracce per pianoforte e quartetto d'archi, arrangiandole autonomamente e dimostrando così talento e capacità.

“Uomo europeo” è un volo sui cieli del continente antico: da una parte la denuncia a vizi e mollezze dell'epoca moderna, dall'altra l'eco di fasti sette-ottocenteschi sono i fili intrecciati di una trama musicale e tematica non convenzionale e temeraria. Ed è proprio nel rincorrersi di questi due generi (classica e pop) che i giorni nostri -perfettamente incarnati nell'apertura di “Demoni”- incontrano la nostalgia della tradizione classica occidentale, dando vita a nuovi impianti musicali.

“Viaggio d'inverno” e “Demoni” reggono il manifesto dell'intero lavoro: la voglia di fuggire da un presente insoddisfacente, il tentativo di liberarsi dal pensiero comune e soprattutto l'amore per i grandi padri della classica europea (Bach, Vivaldi, Wagner, Schubert, Strauss). “Russkij Ballad” è un elenco di rimandi e riferimenti storico-letterari -Anna Karenina, Aleksej Nikolaevič Romanov, Nicolaj Gogol- nel quale più che un giovane Branduardi (mito e mentore dell'autore) ricorda il rock demenziale di Elio e le storie tese. Il tributo a Battisti apre e lega “Zum Arabischen Coffe Baum” nella quale dai boschi norvegesi si arriva in Giappone, trasportati da un leggero tappeto di archi, nel tentativo “di non sentirsi inutile”.

E se la scampanellante “Biedermeier” è un esorcismo contro la schiavitù del mercato e una denuncia ai contrasti causati dal capitalismo, “La notte di Valpurga” è il brano più vicino alla tradizione operistica, tanto per il riferimento a Faust, quanto per la potenza timbrica e armonica della composizione. Qui il linguaggio punta a una forma ancora più aulica e non sembra un caso che in esso sia contenuta la rivendicazione poetica di Perìfano: «Ficcatevelo in testa, il mio è un viaggio d'altitudine […] ora tornate tutti in gabbia, voi, assurda moltitudine». Ed è proprio quest'ultimo il focus di “Mercato musicale” che, volutamente orecchiabile, parla di un modo di fare musica «un po' banale, pieno di stronzate», ma al quale fascino hanno ceduto in molti. «Oggi sono stanco e voglio entrare nel mercato musicale quindi mi puoi presentare Fazio che mi può intervistare davanti al mare».

 

La brevissima lirica di “Foglia” prepara, grazie a una cornice strumentale dal gusto nostalgico, alla chiusa di “Canto di Natale”, ultimo grido di ribellione contro i conformismi e l'immobilità dell'oggi.

In “Uomo europeo” si riconosce l'affascinata formazione classica di Matteo Perìfano, la voglia di creare qualcosa di nuovo e la freschezza di chi cerca di allontanarsi dalle mode musicali del momento. Una premessa artistica interessante e coraggiosa che darà indubbiamente i suoi frutti una volta giunta a maturazione.

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La recensione Uomo Europeo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-07-19 00:00:00

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