Flat Fifty DiscoKills 2018 - Rock'n'roll, Pop, Garage

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DiscoKills nel torbido affare da club underground di Toxic Love.

Dalla soffusa inquietudine che aleggia su “Toxic Love”, arriva il primo graffio dei Flat Fifty, ispirati dal carisma electroclash di Beth DittoAlison Goldfrapp. Un'essenza curiosamente in parte scalfita dall'intenso solo di chitarra e dal successivo cambio di tempo dettato dai tom in stile blues rock di inizio anni '70. Senza distrazioni, anche la stessa ”Misfish”, canzone più diretta ma pur sempre ritmata, mette in vista un basso capace di esaltare la suadente decadenza vocale.

Tuttavia la produzione ovattata e vintage non sempre favorisce tutti gli elementi del repertorio. Se da un lato questa caratterizza il suono sporco in chiave di rock 'n' roll e post-punk, dall'altra fa apparire l'ep quasi come una demo a discapito della brillantezza, ariosità ed equilibrio nelle dinamiche. Probabilmente è l'aspetto più discriminatorio nei riguardi del'ep "DiscoKills", che nel frattempo regge il colpo sulla verve ipnotica blues di “My Way Back Home”. D'altra parte sia “Spreading the Disease” che “The Frozen Man” appaiono meno incisive e meno ispirate, disattendendo in parte l’estetica iniziale dell’ep, incentrata esclusivamente come da copertina sul brano d'apertura, il biglietto da visita più credibile del progetto dei Flat Fifty.

 

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La recensione DiscoKills di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-11-15 09:00:00

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