Massimo Martellotta One Man Session Vol.4 // UNDERWATER 2018 - Strumentale

One Man Session Vol.4 // UNDERWATER precedente precedente

È un vero e proprio viaggio amniotico a carburazione analogica la quarta esperienza solista di Massimo Martellotta.

Si avvia verso il capolinea l’ambizioso viaggio sonoro su cinque tappe pianificato a suo tempo da Massimo Martellotta per esplorare scenari musicali tra loro differenti, per quanto tutti riconducibili sotto lo stesso cielo del didascalismo cinematografico o, se più vi piace, della library music.
Quarto capitolo di una cinquina camaleontica di dischi battezzata soltanto pochi mesi fa con le astrazioni sintetiche del primo volume e poi proseguita con i movimenti di piano del secondo e le manovre orchestrali del terzo – in attesa dell’epilogo "Just Cooking", una sorta di "after party groove di ispirazione culinaria" – “Underwater” segna un ritorno del polistrumentista romano al minimalismo atmosferico attraverso l’uso dominante della sua 6 corde che va a tracciare le traiettorie “acquatiche” di un vero e proprio trip “amniotico” a carburazione analogica, il quale già dalle prime battute dell’opener “Archimede’s Principle” palesa lombrosianamente le sue caratterizzazioni somatiche.

Scaturite concettualmente da una verosimile rappresentazione dello studio di registrazione come una sorta di acquario creativo, le otto composizioni di “Underwater” si muovono sul crinale di un’accademica introspezione dalle dinamiche ovattate che miscela riconoscibili archetipi settantiani (su tutti il funk torbido di “Twilight Zone”), stillicidi cosmico-ambientali (“Pressure Test”, “Thalmann Algorithm”) e funzionali filamenti krautiani, i quali, dopo aver timidamente serpeggiato all’interno del trittico chitarrocentrico di “Apnea 1 / Apnea 2 / Apnea 3”, fuoriescono prepotentemente allo scoperto - come radici dall’asfalto - in tutta la loro siderale spettralità modulare nella conclusiva “Black Out Syndrome”.
Dunque, quarto centro consecutivo in meno di un anno per il chitarrista dei Calibro 35, che ancora una volta, nell’attesa di quello che sarà presumibilmente il suo quinto trofeo individuale, dimostra di saper capitalizzare artisticamente al meglio l’isolamento dal mondo esterno.

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La recensione One Man Session Vol.4 // UNDERWATER di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-12-21 09:00:00

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