Porco Rosso KURO FUNE 2018 - Sperimentale, Punk, Elettronica

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Il post punk di Porco Rosso è surreale e a tratti coinvolgente, ma Kuro Fune è un album troppo lungo e a tratti confuso

Post-punk, lo-fi, drum machine, una rete intricata di citazioni: Porco Rosso ha un mondo in testa, un universo di riferimenti pop letterari e cinematografici (’Victor Criss’ da It, il nome del progetto che arriva dal sublime film di Miyazaky ), storici (‘Kuro Fune’ è il periodo “delle navi nere” nella storia del Giappone, quello dell’incontro con l’imperialismo economico occidentale), e ovviamente musicali, su tutti il punk nella sua declinazione lo-fi e melodica. Un universo che traspone in questo ambizioso secondo album, 18 canzoni (quasi tutte entro i tre minuti) che parlano un linguaggio molto personale, con liriche stralunate e allucinate racchiuse in tracce dai nomi enigmatici, fra simboli e strane grafie. Le canzoni hanno uno spirito lo-fi e si reggono principalmente su un’ossatura di chitarra che, insieme basso e synth, riempie tutto lo spazio al di sopra dei tappeti e artificiali della drum machine, per un rapido effetto post-punk/new wave; la formula sembra funzionare, soprattutto grazie a incursioni di sonorità vagamente industrial, ma anche di chitarra acustica, in uno stile che ricorda molto alcune produzioni dei CCCP. Insieme a quelli più sinceramente surreali, con abbondanza di voci distorte e robotiche (’Nothing NOF’), sono proprio i momenti dalle dinamiche più sghembe, dove ai power chord distorti si sostituiscono chitarre acustiche e tastiere agrodolci, quelli che funzionano meglio(’Dark Star’, ’Perchè+0’, ’Balada atomica’). Sono anche quelli che si sposano in maniera più credibile alle linee vocali e al loro approccio melodico e tendenzialmente pop, che invece quasi stride con le canzoni dal carattere più punk, in generale meno ispirate. Purtroppo in questo mondo non ci siamo riusciti a entrare del tutto insieme all’autore: materiale interessante ce n’è, ma alla lunga risulta ripetitivo e l’effetto deja-vu inizia a pesare e non è sempre facile seguire Porco Rosso nei suoi racconti. Magari si potrebbe fare meglio concentrandosi su un lotto minore di brani.

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La recensione KURO FUNE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-04 14:31:08

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