brat last exit to freedom 2018 - Rock, Psichedelia

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08/04/2019 - 10:18 Scritto da Mattia Nesto brat 0

brat, all'anagrafe Federico Bratovich in "last exit to freedom" non ci convince del tutto

No, neppure "Il volo", forse il pezzo meglio realizzato e più definito dell'intero "last exit to freedom" ci ha convinto sulla bontà del lavoro di brat. Infatti il cantautore milanese ha realizzato un disco certamente interessante ma che, specie dopo un paio di ascolti più approfonditi, fa sentire tutta la sua stanchezza e di temi e di arrangiamenti. Per esempio "Immagini", la sesta traccia, è una canzone che fa davvero fatica a ingranare, quasi fosse zavorrata da un mood veramente paludoso e che, invece di far spiccare il volo al pezzo, lo lascia impantanato a terra. Eppure brat sa cantare e sa cantare pure bene ma non riesce mai ad affrancarsi completamente dai rimandi della musica anni '70 e, ancor più, anni '80 (qualcuno ha detto Negrita?) che, lo abbiamo capito bene, egli adori ma che, alla lunga, rischia di annoiare l'ascoltatore non così fan del genere. Anche "Sospesi", di base un buon pezzo, quindi si perde in tutta questa serie di rimandi, più o meno cifrati a musica di più di 40 anni fa. Non è un disco imperfetto perché "datato" ma perché suona come tale, senza che l'effetto vintage lo renda abbastanza appetibile e interessante per un ascolto non filologico ma puramente estetico. Speriamo che brat, una volta per sempre, "faccia pace" con i fantasmi del passato e guardi, una volta per sempre, con convinzione al suo presente: anche perché gli elementi ci sono tutti per fare bene. 

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La recensione last exit to freedom di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-08 10:18:30

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