Flavio G. Cuccurullo Vitriol 2019 - Strumentale, Sperimentale, Alternativo

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“Vitriol” di Flavio G. Cuccurullo è la colonna sonora per affrontare l’epico viaggio verso gli abissi di noi stessi, per cercare in noi le risposte alle nostre domande.

Il nuovo lavoro del compositore e polistrumentista Flavio G. Cuccurullo, “Vitriol”, è la colonna sonora dei nostri tempi, un’ambientazione musicale fatta di strade trafficate, di vite che corrono e scorrono a grande velocità, di passeggeri alienati con lo sguardo assopito che attendono la loro fermata guardando fuori dal finestrino. Scenari di individualità accostate l’una all’altra come i colori accesi in copertina; scenari moderni ma anche impregnati di racconti universali che riguardano l’umanità dalla notte dei tempi; scenari che parlano di tutti noi poiché guardano a fondo nel nostro essere.

Ecco perché con “Vitriol” Cuccurullo invita a fare un “viaggio all'interno di noi stessi”, e per riuscire ad evocare emozioni e sensazioni profonde, l’artista assorbe influenze derivate dalla musica etnica e da quella sinfonica, fondendone le sintassi con strumenti elettronici moderni, che nel contrasto di antico e moderno, di passato e futuro, trovano linfa vitale per svilupparsi lungo queste undici composizioni cariche di misticismo.

Maestro nelle sonorizzazioni e nella cosiddetta “musica da film”, Flavio Cuccurullo, attraverso il linguaggio universale della musica strumentale, dipinge storie sonore maestose ed epiche, conducendo l’ascoltatore ventimila leghe sotto quelle strade trafficate, sotto quello scorrere di vite frenetiche e quegli sguardi metropolitani, fin dentro gli abissi più profondi dell’anima, per cercare – come cantava Battiato – “l’alba dentro l’imbrunire”. Infatti all’interno dei “quadri sonori” di Cuccurullo, in cui spesso si viene avvolti da tormento, ansia, malinconia, inquietudine, è sempre possibile rintracciare una linea sottile che indica il cammino, che ci prende per mano, quasi un’ancora di salvezza che luccica nel buio e mostra l’esistenza della famosa “luce in fondo al tunnel”.

Ed è per questo che il disco si chiude con “Reincarnation”, una nuova incarnazione di noi stessi dopo aver affrontato l’epico viaggio dentro il nostro inconscio alla ricerca delle nostre risposte.

Un lavoro ambizioso che conferma il talento di un artista davvero brillante.

 

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La recensione Vitriol di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-14 20:05:22

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