Link Quartet Secret Sessions 2019 - Strumentale, Soul, Funk

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dieci istantanee che mostrano il gruppo nel suo elemento naturale e che testano lo stato di salute di una band che non sente il peso degli anni

Da amante della musica dal vivo, ho sempre apprezzato i dischi live perché (quasi) sempre capaci di restituire la dimensione concerto di una band, di testarne il feeling con il palco e con il pubblico, di mostrarne la tenuta alla prova dei fatti, al di fuori della comfort-zone dello studio di registrazione.

Oggi che il live record è sempre più merce rara, ho ascoltato con piacere e con un certo gusto questo "Secret Sessions" dei Link Quartet.
La band piacentina infatti ha coniugato così la necessità di fermare su disco l’energia dei numerosi live che durante i 25 anni carriera li ha portati a visitare i club di mezza Europa, e il desiderio di realizzare un funzionale best of dei propri pezzi più significativi, data la produzione piuttosto consistente che nel corso del tempo li ha dotati di un repertorio molto ricco.

"Secret Sessions" fotografa così dieci istantanee che mostrano il gruppo nel suo elemento naturale e che attestano nel modo migliore lo stato di salute di una band che non sembra sentire il peso degli anni ma che anzi, riesce a divertire e a coinvolgere grazie alla magia della propria formula, quella di un funk aperto alle contaminazioni che parte dal jazz e dal soul per arrivare al rock e alla psichedelia, con l’organo Hammond ad unire tutti gli elementi, che gli consente di muoversi in direzioni diverse pur mantenendo un’identità specifica.
Se negli ultimi 25 anni non li avete mai visti suonare, questo è un buon modo per rimediare.

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La recensione Secret Sessions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-03 21:52:43

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