Matteo Bonechi1812019 - Cantautoriale

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Epico il giusto, malinconico quanto basta, Matteo Bonechi con "181" realizza un buon disco

"181" di Matteo Bonechi è, decisamente, un buon disco, con alcuni vertici molto interessanti e altri passaggi a vuoto che convincono meno. Prendiamo "I tigli", la quarta canzone nonché nostra preferita. Ecco in questa sorta di valzer pop, Bonechi instilla tutta la sua passione/ossessione per la malinconia dei tempi andati, consegnandoci un lucido quadretto della sua infanzia/giovinezza che ci ha molto colpito. La scrittura è buona, semplice ma non banale e anche dal punto degli arrangiamenti ci siamo. Ecco se tutto "181" fosse così, si mantenesse su questo livello, potremmo affermare di essere di fronte ad un gran bel disco. E invece, nostro malgrado, possiamo definire l'album come "buono", proprio per il fatto che la qualità non si mantiene costante. Per canzoni belle e rotonde come "I tigli" ve ne sono altre, specie in coda al disco, che convincono meno anche dal punto di vista delle orchestrazioni, molto più interessanti all'inizio del disco. La qualità è sempre tarata su buoni livelli ma questa mancanza di costanza spiace visto che Matteo Bonechi nelle parti più "luminose" del disco ha dimostrato di saperci fare (e pure molto bene). L'impressione generale, comunque, rimane positiva, anche dopo un paio di ascolti. Partendo da "I tigli" Bonechi potrebbe davvero fare grandi cose. 

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La recensione 181 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-26 07:59:53

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