Alberto Nemo Purple (Vol.1) 2019 - Pop

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Brani italiani famosissimi, destrutturati e rielaborati secondo la filosofia di Alberto Nemo. Questo è Post-Pop

"Purple (Vol.1)" è il decimo album dell'artista di Venezia Alberto Nemo e fa parte di una trilogia: è composto da riletture di famosissimi brani italiani, completamente destrutturati e ri-generati sotto una nuova prospettiva "spiriturale" e minimalista. "Piccola stella senza cielo" di Luciano Ligabue, in apertura, prende le sembianze sacrali di una preghiera rivolta a un qualcosa di superiore in un luogo di culto: l'interpretazione e i suoni che ricordano l'organo amplificano questa sensazione; chissà cosa ne pensa il rocker di Correggio. E chissà cosa pensa Vasco Rossi del fatto che, dopo il Liga, viene la sua "C'è chi dice no": qui il timbro di voce di Nemo diventa roco andando a toccare note bassissime e tremolanti nelle profondità della Terra, con una sorta di corale nel ritornello; messa da parte la rabbia rock di Vasco, il brano si veste di estistenzialismo con interessanti variazioni vocali nella seconda parte, passando dai celebri versi "Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà qualche cosa, chissà" fino al conclusivo "Io sono".

Dopo la voce calda e la catarsi pianistica ne "Il mio corpo che cambia" dei Litfiba, delicatamente rielaborata, viene "Non è francesca" di Lucio Battisti, caratterizzata da ritmi sincopati: ascoltando questa versione, si ha la sensazione di assistere a un melodramma; Battisti torna poi anche nella rivisitazione di "Pensieri e parole". "La donna cannone" di Francesco De Gregori è tra le canzoni d'autore più belle in assoluto della storia della musica italiana: infatti sottoporla a una metamorfosi totale può essere un azzardo. "Rispetto" è più "rispettosa", nel complesso, della melodia cantata da Zucchero nella versione originale. Il disco si chiude con la notturna "Dormi amore" di Adriano Celentano.

I brani, del tutto rivisti negli arrangiamenti, vengono reinterpretati attraverso piano, voce ed elettronica e assumono in modo disinvolto e naturale una certa carica filosofica: l'effetto è sorprendente, soprattutto considerando il fatto che si tratta di canzoni straconosciute della musica leggera italiana; l'album, tramite la sua ricerca musicale, dimostra forse che l'intenzione artistica conta più di tutto. Questo è Post-Pop.

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La recensione Purple (Vol.1) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-30 21:15:51

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