Six Little Habits Six Little Habits 1999 - Rock, Grunge, Blues

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Sono inquieti, questo è da dire. Strisciano dentro pozzanghere col passo malconcio di chi ha perso serenità e orgoglio. Benché giovanissimi, trasudano una rassegnatezza che spiazza. Non c'è uno spiraglio di luce tra le note di questo demo. E' grunge di quello più nero e maledetto. E' vibrante. Ingenuo e molto acerbo certo. Ma vibrante. Le parti musicali sanno trovare piacevoli complessità. Forme e colori. Miscelano riferimenti ai propri idoli musicali con stanca malinconia. Pearl Jam e il Seattle's sound su tutti. Metteteci echi psichedelici e venature dark e avrete il piatto completo. E fin qui sembra un gruppo della madonna. Già. Però ai Six Little Habits manca qualcosa per sfondare veramente nei cuori di chi ascolta. Quel qualcosa che fa girare la chiave nella serratura e ti apre la porta. Forse è solo una questione di tempo e lo spessore di esperienze accumulate, o un cantato in italiano degno di tal nome (basta scimmiottare gli stranieri!!!!) o una consapevolezza maggiore di ciò che stanno facendo. Non so. Così come sono ora le canzoni sbrodolano ben oltre il limite consentito, si perdono in seghine tutte loro…si appesantiscono in inutili avvitamenti, in noiosi giri a vuoto, sonnolenti spezzoni tirati alla lunga. Senza andare dritti al nocciolo, al centro esatto del problema: stordire l'ascoltatore con la Bellezza. Il mixaggio da cani in questo non aiuta. La voce è troppo in risalto e poco impastata al suono d'insieme. Stride con fastidiosa saccenteria. I testi: boh? L'inglese non è impeccabile e il senso si perde con estrema facilità (nelle note stampa spiegano che per il testo di Religio hanno tradotto un pezzo del De Rerum Naturae di Lucrezio. Troppo da odiosi liceali !!!). Sia chiaro, non è da buttare questo demo. Anzi. Ha del sorprendente se vi va a vedere l'età anagrafica dei componenti del gruppo… Ma c'è da lavorarci su! Tra fede incrollabile e vertiginosi sconforti. Con tutta la gioventù che si riesce. Cuore e fierezza. Resistendo a ogni pallottola che il destino sparerà contro. Inevitabilmente. Saranno quelle le ferite più belle da mostrare.

Che la gente è affamata di sangue.

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La recensione Six Little Habits di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-12-09 00:00:00

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