Medea [Piemonte] Demoni E Dei 2006 - Rock

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Sono perseguitato dai Litfiba. Dev’esserci qualcosa nella mia congiunzione astrale. Perlomeno stavolta devo concedere agli epigoni di turno, i rivaltesi Medea, due cose: l’onestà intellettuale di dichiarare fieri le proprie influenze e una certa buona fattura compositiva nel genere, anche se non sostenuta da una adeguata registrazione. Quattro pezzi, intanto: bravi, così si fa, non c’è bisogno di più per dare l’idea di quel che si suona.

“Medea”, opening track, parte con un giro di accordi che cita pesantemente “Ancora Tu” di Battisti. Successivamente subentra una voce che si rifà evidentemente al Pelù degli anni 80 e dei primissimi '90. Sulla stessa falsariga sono “Dentro Un’Arena” e “T.V. spenta”: nella prima fa anche capolino una chitarra hair-metal alla Guns’n’Roses con tanto di assolone in tapping (non credevo esistessero ancora). E certi versi come “No no no, toro o matador / l’animale che vive in me / è di fronte a te” – che condividono l’immaginario mitologico mediterraneo del Pierone - potrebbe davvero averli scritti lui. Infine, nella ballata “56 ore” spunta anche Ligabue, a completare il trittico.

Ora, ragazzi, a me questa roba non piace per niente, sia chiaro. Mi dissocio. Ma nel loro genere quello che fanno i Medea non è affatto male, tranquillamente al livello dei loro maestri Renzulli e Pelù. Il problema non sono i miei gusti personali. Il problema è invece un altro. E cioè che temo per gli onestissimi Medea (che piazzano anche un discreto video con ospite Remo Girone) che il genere sia troppo retrò per avere un futuro immediato e troppo recente per dare inizio a un revival. In due parole, dove andranno con questa musica? Temo da nessuna parte: ovviamente spero per loro di sbagliarmi, ma mi paiono il classico gruppo discreto capitato nel momento sbagliato: dieci anni fa avrebbero potuto pacificamente avere un mercato. Oggi… non so.

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La recensione Demoni E Dei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-05-16 00:00:00

COMMENTI (10)

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  • en294151r 18 anni fa Rispondi

    Vedo la maggior parte delle band fare un sound che ricorda pesantemente gli Afterhours ed i Marlene di qualche disco fa? Altri rifanno i Subsonica. Alla fine di originale c'è poca roba in giro. Se non altro da parte di alcuni c'è onestà e magari un pizzico di ingenuità che ti fa credere di poter proporre in giro la tua musica anche se non sei nel circuito che conta. Faccio i complimenti ai Medea che tirano dritto con il loro suono datato come lo è il nostro ... ma onesto e supportato sicuramente da un bel po' di ragazzi che lo apprezzano e che li spingono a dare il meglio sempre!

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    continuo a leggere "tutta roba italiana"
    cambiate lo strillo allora



    ma poi i "cappello a cilindro" nn mi pare siano indie per niente, come mai sempre belle recensioni? anzi, visto che nn sono indie perchè sono recensiti?

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    si vede che in questi 9 anni ho letto male.
    scusami.

  • re 18 anni fa Rispondi

    è sempre stato indie. Fin dalla nascita. basta averlo letto in questi nove anni. Sveglia.

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    ma non era "tutta roba italiana"?
    ora è diventato "tutto indie italiano"?

  • re 18 anni fa Rispondi

    Funziona così:

    esattamente come tu credi sia giusto, ognuno di quelli che scrive qua dentro dichiara i generi che è disposto a recensire, perché gli apiacciono e si sente ferrato.

    i miei sono indie pop, classic rock, psichedelia, elettronica.

    ok?

    Quindi a rigor di logica i Medea rientrano nella categoria "classic rock" e capita che vengano affidati a me.

    Il fatto che uno faccia un genere che a me piace non significa che il suo disco mi piacerà. Infatti se tu hai letto la recensione quello che metto in evidenza è il rischio di inattualità della proposta. Il fatto che a me i Litfiba non piacciano non condiziona la descrizione di quello che fanno nel disco i Medea né il giudizio obbiettivo (per quanto possa esserlo una recensione che è per sua natura soggettiva) su quello che fanno in generale: infatti io dico che quello che fanno, lo fanno bene.

    Circa i Litfiba, credo che abbiano avuto un grosso ruolo nell'alternative italiano (allora si diceva così) fino a "Tre". Poi, il buio. Una schifezza totale.

    Circa il periodo anni 80, penso che i Litfiba fossero cmq in ritardo colossale rispetto alle scene estere più importanti, ma il loro era il ritardo di quasi tutta la scena italiana. Per cui - come ho scritto altrove - negli 80 davvero venivi in contatto con le proposte estere del decennio come se provenissero da un altrove fuori dal tempo, in cui 83 era uguale a 87. E quei quattro anni sono un abisso. "Desaparecido" negli anni 80 ha avuto un ruolo enorme in Italia. Oggi - ma da un bel po' - fa pena, perché ci si rende conto del ritardo colossale di quel disco rispetto a quello che accadeva nel mondo. Certo, se lo immagini come un disco del 1977, allora è fighissimo. "17 re", "Aprite i vosri occhi" e "Tre" resistono molto meglio (spt i primi due), ma scontano lo stesso gap di fondo.
    Lo stesso discorso di apprezzamento di fondo del ruolo storico dei Litfiba non si può per i dischi da "Pirata" in poi, perché i Litfiba rinnegano totalmente la scena indie. Come cazzo vuoi che piacciano, QUEI Litfiba, in un sito indie?

    Spero di averti chiarito.


  • utente0 18 anni fa Rispondi

    che senso ha far recensire ad uno che non ama il metal un disco metal, ad uno che non ama il reggae un disco reggae, a chi non ama il brit un disco brit, ma come cazzo funziona sto sito?!?!?!

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Credo sia doveroso rispettare gli spazi dove si viene ospitati, pur dicendo la propria opinione.
    Grazie a te per la tua constatazione.
    Stefano.

  • nicko 18 anni fa Rispondi

    beh, ragazzi, avessero tutti questo stile.
    complimenti sinceri!

    :)

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Non una, ma due sfighe per noi. :)
    La prima, che Renzo abbia dovuto di recente, recensire un live dei Litfiba. La seconda che il nostro materiale sia capitato in mano proprio a lui, che questa roba non gradisce per nulla. A parte gli scherzi, a dire il vero son ben contento di tutto ciò. Avere una rece di questo tipo, proprio da una persona che non ama questo genere, è più stimolante. Anzi, pensavo ci andasse peggio. Siamo consci di proporre un rock, "normale", da un certo punto di vista, alquanto "retro'", ma qualcuno dovrà pur prendersi la "responsabilità" nel 2006, di suonare qualcosa che è piaciuto per anni e che probabilmente si ascolta ancora e manca un po'. Di suoni e musiche "alternative" ed "innovative" ne esistono molte, e noi non siam capaci. Dove andremo con questa musica? Troppo presto o troppo tardi? Non so proprio, l'importante per noi è restare in movimento. Grazie a Renzo e Rockit per il tempo dedicato. Ciao. Stefano.