Satellite Inn In The Land Of The Sun 2006 - Rock, Pop, Indie

In The Land Of The Sun precedente precedente

È un disco difficile, “In The Land Of The Sun” dei Satellite Inn. Sembra che abbia paura di mostrare tutta la bellezza delle sue parti. Come se non si fidasse di chi lo ascolta. Perché si nasconde, percorrendo le stesse stanze e gli stessi corridoi per la durata dell’album. Lì, dove l’eco rimbomba delle visioni di Dirty Three e Wilco, di folk e country alternativo, di America e oscuri bar di provincia. E l’attenzione, nell’oggettiva circolarità delle situazioni, rischia di calare, di sbuffare irrequieta, di imbizzarrirsi.

E allora è il caso di fermarsi un istante, caricarsi sulle spalle un po’ di pazienza e partire di nuovo. Perché, come direbbe Carlo Pastore, “fiducia vuol dire dare margine all’altro”. D’altronde, col passare degli ascolti i confini tra i brani si fanno più decisi – laddove invece prima sembravano più sfumati e incerti. Al punto che “Mountains” sfodera un appeal melodico che poi, a pensarci bene, non è neanche così facile da trovare in giro, mentre la commovente emotività di “Last Summer Day” suona inattuale e sconveniente, ma solo perché la primavera è ripartita da un pezzo e l’estate è lì, dietro quel tramonto. “The Hard Ground” sguaina chitarre aggressive e ritmi da stop&go, ma la chiusura è tutta per “Place And Time”, con una coda strumentale che seduce ed assorda allo stesso tempo.

Un disco, questo, che cresce con i minuti trascorsi. (Come un maglione appena comprato, che inizialmente sembra troppo rigido e scomodo e poi invece disegna le tue forme e la tua persona). Un pugno di brani che, pur non sorprendendo, riesce comunque a tracciare un proprio tragitto e un proprio perché. Non è poco.

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La recensione In The Land Of The Sun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-04-13 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • facciokaka 18 anni fa Rispondi

    Fa uno strano effetto trovarsi a commentare l'album di un ex collega di lavoro (nonchè amico e grandisisma persona) come Dario...dai primi live in cui vi vidi anni fa siete davvero migliorati tantissimo!!! continuate così...Ricky