Paolo Zanardi I Barboni Preferiscono Roma 2007 -

I Barboni Preferiscono Roma precedente precedente

Scrivere di Paolo Zanardi è quasi come raccontare un personaggio di fantasia. Tragicomico, eccentrico, grottesco ed un po’ cattivo. Proprio come l’anti eroe Zanardi che negli settanta animava le storie disegnate da Andrea Pazienza, se non fosse che Paolo è addirittura più surreale del suo alter ego a fumetti. E dopo aver esordito su Olivia Records con l’interessante “Portami a fare un giro”, lo stralunato cantastorie romano torna con un disco che già dal titolo si fa volere bene. “I barboni preferiscono Roma” è una raccolta di canzoni d’altri tempi. Composte con lo spirito cantautorale di chi cerca l’ispirazione direttamente nelle storie quotidiane della gente e trasforma la musica quasi in pantomima. Fiabe, aneddoti, pettegolezzi, fatti e misfatti della tradizione popolare, centrifugati nell’ispirazione di un improbabile poeta urbano che prende la vita di petto ed ogni tanto la abbraccia con affetto. Zanardi sa affrontare la malinconia ed il divertimento con uguale maestria, diventando ora menestrello cialtrone e scanzonato, ora serioso e raffinato cantore dei temi esistenziali. Le sue canzoni si tingono di quei colori anni settanta che furono cari anche a Rino Gaetano, ma diventano materia contemporanea grazie ad una interpretazione eclettica che molto deve alla teatralità irrequieta di Capossela e al pathos recitativo di Claudio Lolli. Il disco comunque è costruito con idee eterogenee, tra canzoni riflessive, filastrocche d’autore e spunti stilistici deliranti che frugano anche nel surf, nel beat, nel blues e nel rock, tra momenti acustici e scosse elettriche. Tutto comunque ruota attorno al carisma di Paolo ed alla sua voce ruvida, alcolizzata e nervosa. Una carica espressiva che guida le canzoni e trasforma questo lavoro in una sorta di romanzo in cui si intrecciano storie di tempi antichi e visioni contemporanee, con quell’approccio bizzarro e disarmante che forse Zanardi ha imparato nelle sue tante collaborazioni con Remo Remotti. Non tutto il disco è convincente e talvolta l’ispirazione diventa un po’ forzata, ma può rappresentare un ascolto molto interessante. E tra barboni, rapine, lucciole slave, imperatori romani e trucchi di Houdini, scoprirete un cantautore come quelli di una volta.

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La recensione I Barboni Preferiscono Roma di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-21 00:00:00

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