Davide Tonello Otto testimonianze sull'amore 2007 - Cantautoriale

Otto testimonianze sull'amore precedente precedente

La tradizione italiana è oggi troppo spesso dimenticata quando si tratta di prendere in mano una penna e scrivere canzoni. Il veronese Davide Tonello invece se la ricorda bene ed abbraccia una chitarra con lo sguardo incantato di chi è cresciuto con le storie di De Andrè strette sotto al cuscino. E se indubbiamente fa piacere trovare qualcuno che abbia ancora voglia di fare il cantastorie per raccontare le persone normali con i loro tormenti quotidiani, purtroppo il risultato dello sforzo creativo è estremamente mediocre. Di buono c'è il pathos, la rabbia narrativa e l'uso del passato remoto come si faceva una volta, ma la sostanza delle sue canzoni si risolve in un manuale del buon copiatore di De Andrè. Praticamente una versione nazionalpopolare e molto meno talentuosa di Alessandro Grazian, con meno voce e meno estro. E negli istanti in cui Davide perde contatto con Faber, affiorano persino inquietanti ombre dei Nomadi e di Ligabue, non tanto nella forma quanto nel retrogusto di italiosità rock, specialmente quando la chitarra acustica lascia spazio ad un vago ardore strumentale. Il disco è comunque quasi un concept: otto personaggi che idealmente raccontano le loro storie d'amore, con matrimoni falliti, infatuazioni, rimorsi sentimentali, drammi del cuore. Dentro ci finisce anche Cecco Angiolieri a cui sono liberamente ispirate tre canzoni.

Davide Tonello ha indubbiamente compiuto il suo personale tributo a De Andrè, ma non è riuscito a metterci le belle canzoni.

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La recensione Otto testimonianze sull'amore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-10-01 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • marta84 8 anni fa Rispondi

    bellissimo album e bruttissima recensione.. certo che l impronta di de andrè ci sia è innegabile.. ma ridurre un album così solo a questo.. un album a tema che ho scoperto da poco.. secondo me un capolavoro.. e non esagero..

  • marta84 8 anni fa Rispondi

    bellissimo album e bruttissima recensione.. certo che l impronta di de andrè ci sia è innegabile.. ma ridurre un album così solo a questo.. un album a tema che ho scoperto da poco.. secondo me un capolavoro.. e non esagero..

  • utente0 16 anni fa Rispondi

    Gentile Stefano Rocco, si chiama Davide, ed è un'artista del suo tempo. Qualcuno disse che in alcune occasioni si deve morire per essere consacrati. Non è il caso di Davide.
    Sarei curioso di vedere una Sua recensione su Vasco Rossi quando era agli esordi..