Il progetto di questo duo leccese ha principalmente un grosso difetto, quello di suonare già sentito e ripetitivo dopo pochi brevissimi istanti. Un disco che annoia già dal primo ascolto, come una festa di Hallowen dove nessuno si traveste. A partire dalle basi elettroniche standardizzate che non producono novità alcuna, anzi in certi casi appaiono banali copia e in colla senza pretese ("Tribalien"), passano da suoni bossa come nella open track "BrazilianGirls" al breakbeat di "Summertime", dal dub minimalista di "Dub1" alle atmosfere ambient di "Lounge" (da notare l'originalità dei titoli), senza sussulto alcuno, senza lasciare che la minima emozione arrivi al cuore o all'animo di chi ascolta.
Il sax di Dario Stefanizzi, seppur di buona fattura, appare in troppe occasioni fuori posto, utilizzato insistentemente laddove non ve ne sarebbe la minima necessità. I suoni di synth appaiono dozzinali, privi di inventiva, sfibranti. Nel complesso questo "Halloween Session" manca di omogeneità e freschezza, un'opera prima che suona come l'ennesimo disco di chi ha già dato tutto e tende a rinchiudersi nel plagio di sè, un disco stile Buddha Bar "de' noartri" di cui non si setntiva il bisogno. Tra le cose da salvare - per la verità poche - ci sono i momenti più lenti e pacati, momenti dub in cui discrete idee fanno capolino in "Aqualand", o momenti diradati in cui l'atmosfera ambient creata diviene piacevole ("The 7 natural wonder").
Non una completa bocciatura quindi, ma un deciso rimando a settembre, sperando che nel frattempo i Df Corporation decidano quale strada musicale intraprendere, tenendo presente che non tutti hanno la capacità di comporre dischi vari e multisfaccettati senza apparire boriosi o fastidiosi e sopratutto che delle volte la ricerca della semplicità è l'arma migliore.
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La recensione Halloween Sessions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-03-04 00:00:00
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