Like a shadow? S/t 2007 - Sperimentale, Post-Rock

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“Mu” è un racconto mitologico, un intreccio di surrealismo musicale e schizzi in bianco e nero, che compongono una favola disegnata con suoni e immagini che abitano nelle vallate dei Mogwai e nei cieli neri degli Explosions in The Sky. Un album composto da stanze oniroidi, popolate da personaggi che vivono la drammaticità di chi vorrebbe allontanarsi dal sogno e stringere albe sconosciute, ma percepisce ancora il risveglio come un’espiazione. Filicorni, glockenspiel, piani rhodes, trombe, percussioni, bassi, batterie e chitarre s’avvicendano in un piccolo ensemble di cinque elementi decisamente cinematografico, trasognato, al servizio di una malinconia strisciante, di una pacificazione fra limiti mortali e desideri orfici. La narrazione ha forme evanescenti, proietta verso un ascolto costantemente in bilico fra terra e aria, fra cupe esplosioni e autentiche delizie soniche intessute da polistrumentisti che muovono abilmente le pedine di questo lavoro. L’artwork e il packaging del disco irradiano una bellezza fuori dal comune. Il lavoro a cura dell’art designer Leo V pennella a china, un racconto liberamente ispirato alle opere di Murnau in cui prendono vita forze ammaliatrici che trattengono principesse nelle oscurità del sogno, salvo poi riuscire nel finale di questa storia a liberarsi e a danzare nelle luci di un mondo che si apre dal calice di un fiore. I Like a Shadow? danno vita ad un acquarello ambientale, un insieme di fluttuazioni sonore, che fanno da preludio a una sequenza di riff incalzanti, in una progressione che è insieme epica e trascinante. Mai caustici i suoni hanno sempre una piacevole apertura, anche quando si immergono in un mare di chitarre abrasive e strazianti. Trame liquide e asperità affioranti caratterizzano un album giocato sulla graduale costruzione di una tensione latente, inframezzata da crescendo lenti che si fanno poesia quando raggiungono apici emotivi (“Clover Part II”). Pulviscoli di piano e inni alla conciliazione fanno il resto; danno la purezza e il giusto sollievo a un album che viaggia lungo lo spettrometro dell’emotività e rappresenta un bel punto di partenza per un gruppo che se lasciate le bussole musicali di riferimento, in futuro visiterà lidi ancora più incontaminati.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-01 00:00:00

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