Montefiori Cocktail Raccolta n. 2 2000 - Pop, Jazz, Alternativo

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Dopo più canonici approcci, dopo aver avuto già chiaro in testa il contenuto di queste righe, mi accingo ora con il letture a random, ed ogni schema salta, chè sto sgranocchiando mandorle nel mio decennio di nascita. Seventies.

Se rimarrete lì, nel duemila, fate che abbandonare la lettura sin d’ora. Le pareti si vanno via via colorando; questa bossa “Sofisticata” m’aveva accompagnato - il giorno seguente la visita a casa IRMA records - mentre mi spalmavo di ProRaso, e ricordo nitidamente, fra l’odore del mentolo, d’essermi detto: “assolutamente da consigliare per rasature mattutine con possenti innesti di buonumore”; e medesima suggestione ricordo con “Intervallo”, stavolta un groove moderno, possibile tappeto su cui inserire le cartoline scolorite che desiderate, perché si tratta di quell’intervallo, quello di mamma Rai, quando beltà splendea negli occhi miei (?) e dovevano ancora nascere la Zingara ed I fatti vostri (però la Carrà e Baudo, quelli sì, già c’erano).”Stanotte”, manco farlo apposta, la ricordo ascoltata lo scorso sabato, nei preparativi per una serata bulla, d’uopo che le punte del colletto della camicia s’allunghino a dismisura; mentre invece la bellissima rivisitazione di “Anonimo Veneziano” di per sé intristirebbe, non fosse che porta con sé il ricordo di certe vecchie serate romantiche, e una dedica che rimanda ai vinili di Fausto Papetti, quelle copertine osée, complici di primordiali pruriti, probabilmente i primi topless che parecchi di noi hanno avuto modo di sbirciare. E come tacere della lettura di “I feel love” di Donna Summer, e soprattutto del tema spaghetti-western-izzato di Guerre Stellari, già prontamente utilizzato anche come sigla nella nostra Radio Rockit??

E quindi ho capito: con questa ”Raccolta n. 2”, coi collages d’immagini immaginarie retrò e le macchiette (“Hu Ha”) dei Montefiori Cocktail, s’ha da abbandonare il tono da recensione, e parimenti evitare di cercar di millantarsi esperti, e lasciarsi andare, seguire evocazioni… come adesso, con l’omaggio dedicato ad Edwige de “la Segretaria”, la nebbia fuori sparisce, le auto divengono spigolose, il bicchieraccio di Coca diviene un cocktail exoticissimo, forse da dietro la porta sta per entrare Alvaro Vitali, mio padre muta in Lando Buzzanca, e se sbircio in bagno forse c’è davvero lei che si sta facendo una doccia, divina Fenech, le sue forme sinuose… roba da gettarsi a letto e dedicarsi seduta stante a pratiche onanistiche.

Tutto per un cd. Buon viaggio.

P.S.: C’è chi la chiama lounge, o easy listening, o cocktail music, o…

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La recensione Raccolta n. 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-10-26 00:00:00

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