God Save the Queer: Masseria Wave

God Save the Queer: Masseria Wave

C'è un luogo magico alle porte di Lecce, una struttura del 1700, che nelle ultime tre estati è diventato un paradiso per chiunque pensi che le differenze siano un valore, per chi ama ballare l'elettronica tutta la notte, farsi elettrizzare da un'energia nuova

"Musica, contaminazione e libertà". Così si autodefinisce Masseria Wave, un luogo assolutamente speciale nella proposta artistica di una regione che, come abbiamo visto, non ha alcuna paura di rompere schemi, fare scelte difficili, andare verso le estremità, non essere rassicurante e al contrario sperimentare, osare, divertisti.

Lo spazio nasce nel 2021, durante la seconda estate pandemica, presso La Restuccia, una struttura fortificata risalente al 1724 che sorge alle porte di Lecce. Da giugno a settembre le cose cambiano, e di colpo, perché arriva la "Masseria Wave" e il posto si trasforma in un paradiso queer, con gente che arriva da tutta Italia e non solo per sentire live e dj set, assistere a spettacoli drag, ballare tutta la notte.

La proposta musicale, per il terzo anno, è ricca, eterogenea e molto stilosa. Dopo gli anni della cura di Stefano Libertini aka Protopapa – artista e attivista nato in Puglia, che porta avanti il lavoro con la sua etichetta Fluidostudio –, le scelte sono curate da Gilberto Genco, founder e direttore di Masseria Wave, che ha creato una rassegna di quasi tre mesi chiamata The Liberation, che prevede "collettivi, artistə, musicistə e performers da tutta Europa, per oltrepassare i confini e perderci insieme".

Whitemary a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro
Whitemary a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro

Come nasce il progetto Masseria Wave?

Masseria Wave nasce quattro anni fa, da una mia idea, quando sono tornato in Italia dopo diversi anni vissuti tra la Spagna e Londra. Ho deciso di ritornare in Puglia, la mia terra, con l’obiettivo di trasformare la struttura di una storica masseria nel cuore del Salento in un centro di produzione culturale internazionale, con un focus sui contenuti musicali di qualità e sulla cultura queer. Avevo il desiderio di proporre un nuovo modo di concepire la vacanza. Un turismo che si basasse sullo scambio umano e sociale, e che superasse l'imperante approccio tossico e impersonale. Masseria Wave nasce con lo scopo di creare una comunità sicura, che supera lo spazio fisico e diventa una collettività dove tantissime persone hanno la possibilità di esplorare il proprio senso di libertà, sia del tempo libero ma anche della propria personalità più intima, finanche della propria sessualità.

Com'è stato portare una simile visione nella provincia pugliese?

Ovviamente la sfida più grande è stata proporre questo approccio proprio in Puglia, una regione in cui il turismo ha una forte connotazione classica, godendo in uno stato di beatitudine (quasi di rendita), che però ha bisogno adesso di rinnovarsi. Bisogna dimenticare gli stereotipi che identificano la Puglia in trulli, friselle e pizzica. Per attirare e accogliere anche un nuovo pubblico internazionale e creare networking. Abbiamo voluto comunicare al pubblico le nostre intenzioni con un chiaro "manifesto" che si basa su connessioni, scambio, visioni e accettazione. Il nostro pubblico locale ha goduto di questa contaminazione e si è trovato sorpreso davanti alla diversità, anche a impattanti spettacoli queer, con una proposta che punta all'inclusione. Penso che attraverso Masseria Wave si stia facendo un lavoro di educazione.

Boyrebecca a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro
Boyrebecca a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro

Che contesto è quello in cui siete inseriti?

La Puglia è un luogo affascinante, gode senza dubbio del suo essere meta privilegiata del turismo internazionale. Ma per una proposta come quella di Masseria Wave lo sforzo è stato doppio. Siamo stati liberi da sempre, da qualunque supporto politico ed economico perché abbiamo sempre voluto scegliere chi fosse davvero in linea con i nostri obiettivi e valori. E non è semplice. Sentiamo ancora la responsabilità di un'intera comunità del territorio, al di là dello spazio di Masseria, affinché diventi ricettivo in tutti i sensi e in ogni angolo. Forse mancano display fisici per le diverse utenze o sperimentazioni. Artisti, operatori, produttori, driver, team grafici sono fondamentali su un progetto del genere che abbiamo definito più volte “corale”. 

Avere un simile luogo di sperimentazione cosa restituisce al territorio, secondo voi?

Assolutamente la crescita, la scoperta, la possibilità di conoscere e scoprire senza divieti e giudizi severi la propria intimità, che al sud Italia soprattutto è sottoposta alla violenza dell'audience. A Masseria Wave moltissim* artist* locali hanno avuto modo di sperimentare la propria arte, e hanno avuto lo spazio per mettersi alla prova. Abbiamo azzerato la distanza tra pubblico e artist*. Tra adulti e bambini. Abbiamo coinvolto in modo importante, anche nel team che si interfaccia con i clienti, la comunità LGBTQ+ ed è stato importante per la comunità locale, spesso lontana da un approccio internazionale.

Bruno Belissimo a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro
Bruno Belissimo a Masseria Wave - foto Ilenia Tesoro

Chi sono gli artisti del territorio fondamentali per voi?

Il suono della Puglia è in continuo mutamento, ci sono tantissimi artisti che dalla Puglia portano nel mondo una musica che ha la forte connotazione della ritualità, musica per unire le persone ed essere condivisa. Pensiamo ad artisti come Protopapa o Populous, dj e producer di respiro internazionale. Gli artisti fondamentali per Masseria Wave sono tutti coloro che passano da qui e ci aiutano a diffondere dal territorio il loro messaggio.

Il concerto o evento a cui siete più legati? 

Ogni concerto, ogni show ha un suo valore unico e irripetibile. Più che un concerto quello che crea la magia del legame tra le persone è l’energia che si crea all’interno di uno spazio. Una sensazione di condivisione che può nascere anche nei momenti più di riflessione, fatti di parole, come gli incontri creati in occasione del nostro format Porn Wave, in cui si sono condivise esperienze a diretto contatto con il pubblico. Anche la possibilità di ospitare realtà internazionali con i loro team, con la volontà di replicare l’esperienza di progetti consolidati all’estero, quasi in modo fedele, dal vivo: è successo, per esempio, quando abbiamo accolto Dalston Superstore di East London, è stato emozionante assistere alla commistione e allo scambio da entrambe le parti.

fascetta credits puglia
A cura di Dario Falcini Testi: Dario Falcini, Vittorio Comand Grafiche: Giulia Cortinovis Sviluppo: Giulio Pons, Alex Carsetti