Un'altra world è possibile

Un'altra world è possibile

Una tradizione riscoperta davvero a partire dagli anni '70, che ha dato vita a un ecosistema ricchissimo di contaminazioni e innovazioni. La world music pugliese è fatta di tante storie che risalgono fino alle radici, capaci allo stesso tempo di far ballare il mondo

Mascarimiri
La world music per me

Terra di tradizione, ma anche di ricerca e innovazione, aperta alle contaminazioni che possono arrivare da ogni angolo del mondo. Così la Puglia, a partire dagli anni '70, ha iniziato un percorso fertile di riscoperta delle proprie radici musicali, storie che si perdono nel mito e in certi casi nella magia, per levarle la polvere di dosso e mostrarne tutta la ricchezza nascosta. Il Canzoniere Grecanico Salentino, ancora oggi attivo, è probabilmente l'esempio più eclatante, ma sono davvero tante le formazioni che con questo punto di partenza hanno trovato il mondo di aggiungere valore a musiche e storie profondamente legate al loro territorio. Basta vedere il successo de La Notte della Taranta, festival che valorizza la musica popolare salentina in tutte le sue infinite contaminazioni e che, nel corso degli anni, è diventato un evento imprescindibile per l'estate pugliese.

Qui vi raccontiamo alcuni degli esponenti principali del grande sottobosco della world music pugliese, una realtà che è cresciuta sempre di più nel corso degli anni, portando gli artisti locali a uscire dai confini regionali per attraversare il mondo intero, facendo riecheggiare nei luoghi più disparati la ricchezza di un suono in costante evoluzione, ma sempre attaccato alle sue origini.

Mascarimirì - Muro Leccese

"Oh Madonna mia". È questo il significato di Mascarimirì, termine che sembra una formula magica e dà il nome a una delle principali formazioni world music del Salento, nata già a partire dalle fine del 1997. Questa parola non viene però dal dialetto locale, come qualcuno potrebbe pensare. Viene invece dalla lingua rom, una cultura che incarna le radici dei Mascarimirì e in particolare quelle del suo fondatore, Claudio "Cavallo" Giagnotti. La madre di Cavallo è rom e il suo soprannome deriva proprio da questo legame di parentela, visto che è nipote di Oronzo Rinaldi, che negli anni ‘70 gestiva il commercio di cavalli da macello in Puglia. C'è anche un documentario che va a esplorare le storie di questa comunità, dal titolo Gitanistan. Le musiche, ovviamente, sono dei Mascarimirì.

Nel corso della loro lunga carriera, i Mascarimirì hanno portato su tutto il territorio nazionale e in giro per il mondo il loro sound di "trad-innovazione", come lo hanno battezzato loro, portandolo fino all'estremo con la loro "trasformazione in Elettro Mascarimirì: ricerca elettronica e sperimentazione sonora, arricchita dai suoni di tutta l’area Mediterranea e gypsy. La pizzica che incontra la techno, il tambureddhu che incontra la drum machine. Per percorrere strade inesplorate senza mai dimenticare da dove si è partiti.

Kalascima - Alessano

Alessano è uno dei comuni che si concentrano attorno al Capo di Santa Maria di Leuca, il punto più estremo del tacco di Italia. Qui nasce una band formata da 6 amici cresciuti insieme suonando e cantando le melodie e i ritmi ipnotici del magico rituale della Taranta, che ormai da anni sta reinventando la tradizione locale: i Kalascima.

I Kalascima mescolano italiano, dialetto salentino, inglese e griko su arrangiamenti ancora più contaminati, dove la tradizione si trova a diretto contatto con elettronica e beat lisergici, ma anche canti mongoli e letteratura inglese. Questo intreccio sonoro all'avanguardia e multiculturale ha portato la band a suonare in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Danimarca, dall'Australia alla Corea, mostrando quanto i costumi locali possano farsi capire in ogni punto della Terra.

Canzoniere Grecanino Salentino - Lecce

Quella del Canzoniere Grecanico Salentino è una storia che parte da lontano. Il 1975 è l'anno di fondazione, per mano della scrittrice e giornalista Rina Durante. È lei che inizia una lunga operazione di riscoperta delle tradizioni etnico-musicali del Salento, la sua terra, in particolare per quanto riguarda il tarantismo, ossia una cosiddetta "sindrome culturale" che si riteneva essere causata dal morso di un ragno e che veniva curata attraverso sessioni di danza frenetica. Rina decide di formare un gruppo di musica popolare nel solco di queste tradizioni, il primo di questo tipo in Puglia. Tra i musicisti che vengono coinvolti c'è anche Daniele Durante, figlio di suo cugino.

A partire dal primo disco del 1977, Canti di Terra d'Otranto e della Grecia Salentina, fino a oggi, il Canzoniere Grecanico Salentino ha esplorato in lungo e in largo la tradizione, portandola nel presente e facendole fare il giro del mondo, con innumerevoli spettacoli attraverso Europa, America e Medio Oriente. Oggi il Canzoniere Grecanico Salentino rimane un affare di famiglia, guidato dal 2007 da Mauro Durante, figlio di Daniele, che porta attorno a sé alcuni dei principali musicisti pugliesi: per fare un esempio, all'interno del gruppo c'è anche Alessia Tondo, talentuosa cantautrice nota fin in giovanissima età per aver prestato la voce a Le radici ca tieni dei Sud Sound System. Ma, soprattutto, il CGS è un preziosissimo caposaldo culturale salentino, capace di rendere il folklore salentino un ecosistema magico che si rinnova ogni giorno che passa.

Antonio Castrignanò - Galatina

Tra i musicisti che sono passati per il Canzoniere Grecanico Salentino c'è anche Antonio Castrignanò, di Calimera, comune in provincia di Lecce e facente parte della Grecia Salentina. È appena un adolescente quando passa nel Canzoniere, dopo che già aveva esordito – per ragioni anagrafiche e geografiche – con gli Aramirè, formazione nata dopo lo scioglimento del Canzoniere di Terra d'Otranto, e a 26 anni diventa il tamburo solista dell'Orchestra della Notte della Taranta.

La potenza del tamburo di Antonio Castrignanò è riuscita ad attraversa i confini regionali prima e nazionali poi, collaborando con artisti come Stewart Copeland (uno che di tamburi se ne intende non poco...), Goran Bregovic, Mauro Pagani, The Chieftains, Enzo Avitabile, Phil Manzanera e tantissimi altri. Tra le cose incredibili della sua carriera c'è anche l'utilizzo delle sue musiche all'interno della serie Netflix Fran Lebowitz - Una vita a New York, diretta da Martin Scorsese. Giusto per rendere l'idea di quanto il tamburo salentino possa raccontare di tutto, anche il meraviglioso caos di New York.

Salento All Stars - Aradeo

È il 2014 quando Davide Apollonio, già fondatore degli Apres La Classe, decide di reincidere l'iconico brano Salentu (lu sule, lu mare, lu jentu) per celebrarne il ventennale. Per farlo chiama a raccolta i migliori musicisti del Salento, come Alfredo Quaranta, Treble (fondatore dei Sud Sound System), Cesare dell’Anna, Mino De Santis, Ghetto Eden e molti altri, senza rendersi subito conto del potenziale che un collettivo del genere possa avere. Basta poco tempo però che dalla reinterpretazione del singolo brano si decida di realizzare un intero disco di inediti e rivisitazioni, uscito nel giugno dell'anno successivo con il titolo Made in Salento.

La musica dei Salento All Stars unisce sonorità reggae, combat folk e gypsy, il tutto sul terreno comune della musica popolare. Dopo quasi 10 anni di attività, i Salento All Stars sono ormai una realtà consolidata all'interno del panorama pugliese, avendo coinvolto più di ottanta musicisti nell'arco di tre dischi e tracciando una rete fittissima attraverso tutto il territorio locale, fino a sconfinare verso il resto del mondo. 

Yarákä - Taranto

Il nome viene dalla lingua delle tribù amazzoniche, i colpi del tamburo rimandano a quella matrice ritmica comune che nasce in Africa, i membri sono tutti tarantini doc, tanto da usarne il dialetto nei loro brani. Già questi pochi dettagli mostrano la dimensione multiculturale degli Yarákä, trio nato nel 2015 e formato da Gianni Sciambarruto, Virginia Pavone e Simone Carrino.

Con la loro musica, gli Yarákä esplorano il rapporto ancestrale tra uomo e natura, portando in musica il concetto di ritualità proprio delle pratiche legate alle tradizioni popolari, cercando un punto di contatto tra culture che possa a sua volta rispecchiarsi nella modernità. Curannera, il loro nuovo album uscito lo scorso aprile, ha proprio questo discorso posto al centro: la curannera è la guaritrice, figura popolare che nelle pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire i mali del corpo e della mente. Un elemento di magia, che unisce le culture risalendone alle origini e riproponendole nella nostra contemporaneità.

La Cantiga de la Serena

La Cantiga de la Serena è un trio formato Fabrizio Piepoli, Giorgia Santoro e Adolfo La Volpe, musicisti e ricercatori pugliesi che da anni si occupano di recuperare e rielaborare la musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, partendo dalla taranta per arrivare alle melodie ebraiche e alle ritmiche mediorientali.

Per rendere al meglio questo processo di ricerca, anche gli strumenti che suonano appartengono a culture diverse: si va dal bouzouki irlandese alla cetra corsa, dal flauto indiano – il bansuri – all'iraniano santur, attraversando veramente i suoni di intere nazioni e continenti. Durante le loro esibizioni, i canti di amore e di preghiera recuperati dall'ensemble trovano una nuova forma che mette al centro la componente di improvvisazione, rendendo quindi ogni concerto unico nella condivisione emotiva di quel momento.

Faraualla

La voce come strumento musicale. È questa la scintilla da cui nel 1995 a Bari sono partite le Faraualla, quartetto vocale formato in origine da Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Maristella Schiavone e Serena Fortebraccio, con la collaborazione dei percussionisti Cesare Pastanella e Pippo D'Ambrosio. Il nome del gruppo deriva da una grotta dell'altopiano carsico delle Murge, dove è facile immaginarsi le voci rimbombare e quasi prendere una forma fisica.

Nel corso di quasi 30 anni di attività, Le Faraualla hanno studiato l'applicazione della voce a sonorità provenienti da luoghi, tempi e culture estremamente diverse tra loro: oltre alla Puglia e al Sud Italia in generale si passa per Corsica, Bulgaria, fino addirittura a Tahiti. Un lavoro di ricerca che non ha lasciato indifferente anche grandi nomi della musica internazionale. Lo stesso Bobby McFerrin, uno dei più versatili cantanti al mondo, ha collaborato con loro. Dopo qualche cambio di formazione, le Farualla sono ancora attive e presenti, nell'incessante ricerca di tutte le sfumature e colorazioni che lo strumento più unico di tutti, la voce, può avere.

fascetta credits puglia
A cura di Dario Falcini Testi: Dario Falcini, Vittorio Comand Grafiche: Giulia Cortinovis Sviluppo: Giulio Pons, Alex Carsetti