SXSW: cosa succede quando gli artisti italiani suonano all'estero?

Ci siamo fatti raccontare da chi ha partecipato al SXSW tutto quello che c'è da sapere sulla musica italiana all'estero.

Ogni primavera ad Austin, Texas, dal 1987 si tiene il SXSW, South by Southwest, una settimana dedicata interamente alla musica, al cinema e alle arti interattive, con artisti provenienti da tutto il mondo, Italia compresa. 

Sette giorni fitti di conferenze, dibattiti, concerti, scoperte e sopratutto una reale interazione tra esperti del settore da tutto il mondo. 

Un festival importante, un punto di riferimento che continua ad essere focale da più di 30 anni per il settore musicale; quest’anno si è tenuto dall’ 8 al 17 marzo e tra gli artisti italiani che si sono esibiti nel corso della settimana ci sono stati Giungla, Birthh, Be Forest, La Terza Classe, YOY, Her Skin, Damien McFly, Rev Rev Rev e Baseball Gregg tutti supportati e finanziati da Italia Music Export e Mascarimirì supportati invece da Puglia Sounds. 

Gli showcase ufficiali italiani sono due: "Sounds from Italy" allo Stephen F's Bar che è organizzato da FIMI e Puglia Sounds con il supporto di ICE, e "WWNBB Night" ovvero la serata dell'etichetta italiana WWNBB nella cornice del club Velveeta Room. Accanto a questi, quest'anno ce ne sono stati altri due non ufficiali: un boat party sul fiume Colorado e un rooftop party sulla terrazza di un grattacielo, entrambi organizzati con la collaborazione di Italia Music Export-SIAE

Abbiamo chiesto proprio a Nur e Chiara di Italia Music Export cosa è davvero SXSW e cosa vuol dire per la realtà musicale italiana partecipare ad una manifestazione del genere; quali sono i vantaggi e soprattutto quale è il riscontro che la musica italiana trova oltreoceano, tramite il loro sguardo avendo vissuto questa settimana americana dall’inizio alla fine.

Be Forest - The Catherine- Rooftop Party - WWNBB Italia Music Export SIAE  

Com'è stato questa settimana passata ad Austin per la nuova edizione del SXSW, cosa vi è piaciuto di più? 

Una settimana piena, bella e ricca di tantissimi concerti. È il secondo anno che partecipiamo al SXSW come Italia Music Export di SIAE e quest'anno ci siamo orientate molto meglio rispetto l'anno scorso: più o meno conoscevamo già i locali, gli eventi imperdibili e sapevamo come organizzarci per incastrare il maggior numero di concerti, riunioni e panel. Soprattutto dopo il primo anno di "ricognizione", siamo state in grado di consigliare e dare qualche dritta agli artisti italiani selezionati dal festival: perché non si tratta di un festival qualunque, ma di uno showcase festival (forse il più grande al mondo), dove il pubblico è formato principalmente da addetti ai lavori dell'industria musicale, il che significa che i musicisti oltre che per divertirsi e suonare devono partire con obiettivi ben precisi per far crescere e far conoscere il più possibile il proprio progetto all'estero. 

Le cose che ci piacciono di più sono la programmazione, la line up composta principalmente da artisti emergenti che sicuramente nel giro di qualche anno esploderanno, la possibilità di incontrare quasi casualmente professionisti celebri dell'industria musicale mondiale al bancone di un bar,  i club e le venue davvero particolari e l'aria frizzante che si respira durante la settimana del festival a Austin, che sembra diventare la capitale della musica di tutto il mondo. 

 YOY - The Velveeta Room - WWNBB Night 

Quali artisti italiani hanno partecipato all'evento? 

Quest'anno sono stati selezionati dal SXSW ben 11 band italiane: Be Forest, Damien McFly, Her Skin, YOY, Baseball Gregg, Giungla, Rev Rev Rev, Birthh, La Terza Classe, Mascarimirì (supportati da Puglia Sounds) e Husky Loops (bolognesi, ma di stanza a Londra).
Con Italia Music Export abbiamo contribuito dando un rimborso spese ad ogni musicista iscritto SIAE più a un membro del suo staff (manager, fonico..) di 500€ per coprire una parte dei costi di viaggio, più naturalmente il nostro servizio di 'counselling' e promo per far sì che ogni artista ne ricavasse quanto più possibile da questa esperienza oltreoceano. 
I Mascarimirì, in quanto gruppo pugliese, sono stati finanziati da Puglia Sounds. 

 

Com'è stato il riscontro di pubblico oltreoceano nei riguardi  della musica italiana?

In generale, sia in Europa che oltreoceno, il riscontro del pubblico è sempre più che positivo nei confronti delle proposte musicali italiane. A differenza di quello italiano un po' più diffidente e  meno curioso, abbiamo riscontrato che il pubblico straniero fa davvero poco caso alla provenienza dei musicisti o al contrario se la nota, si fa ancor di più incuriosire da un progetto che ha origini islandesi, italiane, coreane, giapponesi, africane e così via. Per fare un esempio, durante uno degli showcase organizzati durante questo SXSW da WWNBB (label italiana), tra il pubblico c'era Bob Boilen, fondatore del format di live session Tiny Desk e del programma radiofonico All Songs Considered della radio nazionale americana NPR; parlandoci durante il concerto ha descritto i Be Forest come incredibili e unici, mentre ha inserito i Rev Rev Rev tra i suoi momenti 'wow' del SXSW. 

Birthh - The Catherine- Rooftop Party - WWNBB Italia Music Export SIAE

Ci sono state esibizioni che avete preferito? 

Naturalmente tutte quelle italiane.
Per quanto riguarda gli artisti internazionali: Fontaines DC, Sports Team, The Beths, Sasami, Gurr, Lunar Vacation, Mattiel e Disq. 

 

Gli artisti italiani hanno cantato anche pezzi in lingua straniera? 


Quest'anno praticamente tutti gli artisti italiani avevano un repertorio in inglese, i Mascarimirì che fanno una pizzica elettronica, invece cantano in dialetto pugliese. Comunque capita anche che i festival stranieri selezionino artisti del nostro Paese con un repertorio in lingua italiana, vedi per esempio Giorgio Poi a Eurosonic 2018 o Alessio Bondì quest'anno che canta in dialetto siciliano. 
Aggiungiamo anche che se per molti la lingua può essere vista come un ostacolo per farsi conoscere da un pubblico straniero, più casi dimostrano che è assolutamente il contrario: quest'anno tra gli aristi con più hype del SXSW 2019 c'erano le CHAI, band pop/rock nipponica che canta in giapponese. 
Poi ci piace sempre pensare come esempio massimo ai Sigur Ròs, che oltre all'islandese usano nei loro testi una lingua completamente inventata a cui l'ascoltatore può dare la propria libera interpretazione. Eppure a ogni tour riempiono i palazzetti. Certo, ce ne fossero di band del calibro dei Sigur Ròs.

  

Birthh - Boat Party - WWNBB Italia Music Export SIAE

Qual è l'importanza di partecipare ad un evento così internazionale per la musica italiana?

È importante essere prensenti  per far capire all'industria musicale internazionale che partecipa a questi tipi di eventi che c'è un "dopo Nannini-Ramazzotti-Pavarotti-Laura Pausini", che anche l'Italia come qualsiasi altro Paese è musicalmente nel 2019 e ha ottimi musicisti e gruppi che vogliono e possono farsi conoscere al di fuori dei propri confini. Per questo non basta 'partecipare', ma come già detto, gli artisti selezionati per suonare a questi showcase festival stranieri devono partire preparati con obiettivi precisi (trovare un'etichetta, un booking, la distribuzione, la copertura stampa) e fare in modo che vengano raggiunti. L'Italia Music Export di SIAE lavora proprio a questo: li affianchiamo cercando di facilitarli nel costruire qualcosa di concreto per la loro carriera all’estero.

Her Skin - Boat Party - WWNBB Italia Music Export SIAE 

Cosa vi aspettate dalla prossima edizione del 2020?

Ci aspettiamo di tornarci ancora più cariche e di fare sempre meglio, organizzare ancora più cose, più occasioni per far esibire le band italiane e sostenerle per quanto riguarda le spese di viaggio e la promozione facendo in modo che piano piano vengano notate da sempre più addetti ai lavori dell'industria musicale internazionale e di conseguenza da un pubblico straniero sempre più grande. 

 

 

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L'articolo SXSW: cosa succede quando gli artisti italiani suonano all'estero? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2019-03-28 14:00:00

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