Calavera - I miei discorsi

22/02/2016 - 11:33 Scritto da Calavera Calavera 6


DESCRIZIONE
“I mie discorsi” è il primo singolo estratto dal disco d’esordio di Calavera “Funerali alle Hawaii”, in uscita il 15 marzo per etichetta Libellula/Audioglobe. Il disco è stato registrato e mixato a Torino da Carlo Barbagallo (Albanopower, Suzanne’ Silver), che lo ha inoltre prodotto insieme allo stesso Calavera e lo ha affiancato come musicista insieme al jazzista Donato Stolfi alla batteria (Giorgio Li Calzi trio, AlJazzeera, Big Babel), a Luca “Lallo” Mangani al basso (Amici di Roland, El Tres, Mao) e ad Enrico Messina, tastierista noto nel mondo del teatro d’improvvisazione. Il videoclip realizzato dal collettivo catanese Ground’s Oranges e diretto da Salvatore Nicolosi (già regista di "Maledetti Italiani" e "L'altra Guancia" di Colapesce) mette in mostra un classico rituale Voodoo di matrice Haitiana. Nel brano Calavera descrive quanto possano essere ingombranti le cose che non osiamo dirci nei rapporti personali. Così grandi che riempiono i vuoti, e che a volte si fa fatica a lasciarle andare via. Così profonde che, prima o poi, “divoreranno anche la pelle e non se ne andranno mai”.


“Da un po’ di tempo avevo deciso che alla prima buona occasione avrei realizzato un video sul Voodoo - racconta Salvatore Nicolosi -, l’idea mi era venuta guardando la copertina di Fire of love dei Gun Club, uno strano collage di elementi esoterici in bianco e nero su sfondo rosa, e quando ho ascoltato per la prima volta “i miei discorsi” ho capito da subito che quell’occasione era arrivata. Nel Voodoo il soggetto che viene sottoposto al rituale viene condotto alla morte e poi riportato in vita (dopo ore, a volte interi giorni) in modo da espirare le proprie colpe ed essere purificato. Nei primi del novecento i militari americani d’istanza ad Haiti, che talvolta presenziavano ai riti, ritornavano in patria con storie piene zeppe di gente che era stata capace di sfuggire dal regno dei morti, da quei racconti e dalla fantasia letteraria basata su di essi nasceva il moderno concetto di Zombie. Nel 1983 l’antropologo canadese Wade Davies si era recato ad Haiti poiché immaginava che alla base degli intrugli magici usati durante i riti potessero celarsi dei potenti veleni, quali la Tetradotossina del pesce palla, capaci di causare uno stato di morte apparante in colui che ne viene a contatto, e la Scopolamina e l’Atropina contenute nello Stramonio che servono da antidoto. Alla fine del viaggio scrisse su quanto aveva scoperto nel libro “Il serpente e l’arcobaleno”, da cui è stato tratto un orribile di film di Wes Craven con il sempre pessimo Bill Pullman. Tutte queste suggestioni sono finite nel video, girato in due freddissimi giorni di Gennaio alla faccia dell’ambientazione caraibica.”

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L'articolo Calavera - I miei discorsi di Calavera è apparso su Rockit.it il 2016-02-22 11:33:24

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