Campofame Campofame 2000 - Strumentale, Alternativo

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I parmensi Campofame sono la prova vivente che la musica strumentale ha molto da dire anche a chi non lo sa ascoltare. Ciò che mi stupisce di loro è il fatto che non riescano ad annoiarmi, benché all'apparenza ce la mettano tutta per farlo. Niente batteria, niente voce, ritmi nell'ordine delle 40 bpm e tanti silenzi.

Eppure è un piacere rimettere questo disco nel lettore. Da questo punto di vista potrei addirittura dire che hanno superato i loro maestri Labradford che di sbadigli me ne hanno procurati eccome. Rispetto al loro primo demo i Campofame si sono allontanati dalla musica d'ambiente per proporsi ad un ascolto molto più intenso, per quanto rilassato. Alzando il volume ci si accorge che quando il basso e le chitarre suonano all'unisono sono capaci di trasmettere anche acute vibrazioni. E' il caso di "107" il brano più vivace del disco, dominato da un accompagnamento staccato ad imitazione di una sezione d'archi di musica classica. Inoltre le loro ultime composizioni, soprattutto "70" e "85", si fondano su reiterazioni e divagazioni elettroacustiche che li avvicinano per intenti ad artisti come Steve Reich o Kevin Drumm, proiettandoli verso scenari molto più intriganti. Come dire, l'Italia comincia ad essere un po' stretta per loro.

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La recensione Campofame di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-02-12 00:00:00

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