The Art Of Wind S/t 2009 -

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Marco 'The art of wind' Degli Esposti chiama le sue canzoni "racconti sul fiume". E noi ce l'immaginiamo, questo ventenne seduto su una riva nebbiosa, con la sua chitarrina sulle ginocchia e nella testa i dischi di Nick Drake, Bob Dylan, Donovan, Tim Buckley e, per andare un po' più sull'attuale, Damien Rice, Kings of Convenience e il Beck di "Sea Change". Seduto su una riva nebbiosa ad arpeggiare melodie vintage che un po' sanno di aria aperta e luci del nord e un po' di fumo di bar del Village, e poi a pensare a come raffinarle con gli arrangiamenti: rivestendole di cantautorato moderno, forse con la speranza di bissare il successo di The Niro ("Melon Seed Blues", "Jupiter's Nocturne", "Home"). Oppure rovistando nel baule dei nonni d'America per giocare con il folk più classico, quasi bluegrass ("Angel", "Purple She"). Ancora, addolcendo con una voce femminile (Francesca Morello) una "Seven Ghosts and Marion" che ricorda lo zuccherosissimo, ma da Oscar, il duo ceco-irlandese The Swell Season. Un secondo lavoro (il primo, "The Boy, The Wolf And The Riverland Trees" è del 2008) che è la conferma di un talento ancora un po' grezzo ma malinconicamente solare, semplice ma meno ingenuo di quanto appaia al primo ascolto.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-11 00:00:00

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