Estra Tunnel supermarket 2001 - Rock

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“Dieci anni di questa cosa chiamata Estra”. Così recita una frase contenuta nei credits di questo disco, quarto capitolo della band veneta, ormai realtà consolidata a livello nazionale. E un decennio significa molto, tanto, soprattutto per una band che (si) proclama rock fin dalla nascita, riuscendo anche a mantenersi integra per (quasi?) tutto il percorso finora compiuto.

Questo “Tunnel supermarket” li porta di nuovo alla ribalta e non v’è dubbio che il singolo apripista, cover di “The passenger” a firma Iggy Pop, qui ribattezzata “Sei così semplice”, aveva deluso le aspettative, non tanto per la reinterpretazione in sé, ma piuttosto per la scelta di quel pezzo, assolutamente fuori luogo rispetto alle sonorità a cui la band ci ha abituato; passi, e ben venga, la scelta di sperimentare, ma un passo del genere non suscita certo consensi. Al contrario di quanto succede dopo aver ascoltato tutto l’album, che dimostra ampiamente come il binomio “evoluzione/sperimentazione” sia ormai diventato una prerogativa di questa band.

Siamo distanti dalla ‘rifondazione rockista’ di “Alterazioni” e perciò molto più vicini all’elettronica di matrice radioheadiana - paludoso terreno nel quale gli Estra scovano le migliori vie di fuga, utilizzando i classici strumenti del linguaggio rock senza disdegnare l’aggiunta di archi e persino fiati. In tutto questo gli sforzi profusi in fase di produzione artistica potrebbero riassumersi concettualmente nella formula “tutto cambia, nulla cambia” per il semplice fatto che il gruppo sia riuscito a mantenere intatta l’ispirazione primordiale coniugandola alle ‘tentazioni’ della tecnologia moderna.

Quindi in “Tunnel supermarket” troverete le due facce della stessa medaglia, dove agli episodi dal sound più classico (“Minimo”, “Sacrale”, “Ai tuoi occhi”, “Perché?!”), si alternano brani in cui la voglia di sperimentare, innestando nuovi elementi sonori, riesce del tutto (“Puro però”, “Niente da dire”, “Vedere la felicità”, “Nel luogo della mente”, “Questa guerra”) o a metà (“Pon pon girl”, “Sei così semplice”). Di difficile catalogazione il brano finale del disco, blues dai contorni ‘liquidi’ che in alcuni passaggi lambisce improbabili sponde post.

Promozione senza dubbio, ma il marchio ‘primascelta’ stavolta sarebbe troppo.

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La recensione Tunnel supermarket di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-05-15 00:00:00

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