Inner Vision Ordinary Chaos 2010 -

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Ammesso che il grunge abbia mai avuto una fase di tramonto, gli Inner vision si inseriscono a pieno diritto nel filone revival che sta interessando mezza Seattle (e non solo). Il suono rende ugualmente omaggio ai retaggi anni 80 e 90, ma pezzi come "From me" ricordano alcuni gruppi "new-grunge" di ultimissima generazione come i Violent Soho. Certo a farla da padrone sono i Soundgarden, sia nei rimandi continui all'ugola d'oro Chris Cornell per la voce -che ogni tanto è così simile da far urlare quasi al plagio, se si può plagiare un timbro- sia nella spettinatura che ti provocano i chitarroni ("Evil electric mantra", "My situation"), ma nel disco sono distribuiti rimandi continui a tutta la scena, ennesimo esempio gli Screaming trees ("Suck my kiss"). "Ordinary chaos" si conclude nella migliore tradizione Pearl Jam con una ballata acustica, non efficacissima, ma giusta per un lavoro di questo livello.

Potrei sbizzarrirmi facendo diventare questa recensione il Bignami del grunge seattleiano, ma qui non si tratta solo di rimandi a qualcosa: gli Inner vision hanno appreso uno stile, un certo modo di fare i ritornelli, preparandoli con gli stacchi giusti, gli assoli posti al centro del brano, l'efficacia dei riff portanti, la rarefazione della grana musicale in certi momenti per fare in modo che l'ingresso delle chitarre risulti ancora più devastante. Da questo punto di vista, il gioiello del disco è la già citata "My situation".

In conclusione, una band di buon livello ma quasi totalmente impersonale nel sound e negli arrangiamenti: se gli Inner vision fossero nati a Seattle vent'anni fa, sarebbero forse una delle tante band idolatrate da mezzo mondo.

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La recensione Ordinary Chaos di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-19 00:00:00

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