Mallory Switch Mallory 2010 - New-Wave, Industrial

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Tra la Germania e l'Inghilterra, figli di una tarda cultura new wave già rapita dal sintetico

Un disco piuttosto pop, mascherato da una pesante armatura elettrorock, aggressivo come i Rammstein, inquietante come il reverendo Marilyn Manson, orecchiabile come i Depeche Mode e pronto per le classifiche come i Garbage. Gli ascoltatori che seguono i Mallory Switch sapranno che tutto ciò è già stato detto, ma la realtà è che dai loro EP di esordio non è cambiato molto.

La produzione di Marco Trentacoste (Lacuna Coil, Deasonika) appesantisce la sezione ritmica donando una patinata compattezza da produzione americana, la voce brillante della donna-robot Audrey Lynch risalta soprattutto quando in "The last man on earth" viene messa a confronto con quella del rapper newyorkese Beans (in un duetto che, non me ne vogliate, ricorda gli Evanescence) e ti pianta nel cervello a colpi di acuti i ritornelli di "Business television" e "You made my shitlist": già, perché il disco si apre in gran carriera con due brani da far invidia ai Gossip, fino a "No evil" che, con un pizzico di bpm in più, avrebbe anche potuto accendere qualche dancefloor, ma poi si appisola con pezzi un po' pesanti come "Flow", si ripete nelle strutture in "Evolution machine", e lancia un importante ma retorico messaggio ecologista in "Mother earth".

Insomma, i Mallory Switch sono figli di una tarda cultura new wave già rapita dal fascino del sintetico, sempre riconoscenti verso i padri dell'industrial, strizzando l'occhio al grande pubblico, con un piede sulla Germania e un biglietto di solo andata per l'Inghilterra. Cosa manca rispetto a tutti gli artisti citati? La sensualità e un certo gusto per l'esagerazione, per l'erotismo anche spinto.

In ogni caso piaceranno a tutti, ma proprio a tutti, e la scelta dell'inglese li salva dai paragoni con i nostrani Bluvertigo e li lancia nella (cyber)scena internazionale.

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La recensione Mallory di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-19 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    la produzione di Trentacoste e' eccellente, il resto nel suo genere un po datato non e' male e suonato bene, la voce io la vedrei piu' " sporca " 6 +