Thousands millions Rock Days 2010 -

Disco della settimana Rock Days precedente precedente

Questo disco è una bomba. Vale la pena andare subito al punto, visto che i primi a farlo sono proprio i Thousand Millions causando una deflagrazione di quelle il cui fragore si propaga per ore.

Piccolo passo indetro del tutto personale: tempo fa mi è capitato di andare in estasi per una canzone (e un disco) degli Zenerswoon che si chiamava "Thubchair" e che mi aveva completamente irretito per i movimenti della chitarra perfettamente legati a basso e batteria, nonché per la bellezza delle sue melodie. "Rock days" va nella medesima direzione creando un tappeto sonoro ispido e carico di elettricità pronta a liberarsi nell'aria e catturare al primo ascolto.

Se "Here and back again", il piacevolissimo disco precedente, sapeva di college rock e doveva moltissimo agli Weezer, "Rock days" sposta l'asticella più su e riesce nell'intento di confondere le acque per chi cerca influenze palesi. Non che non ci siano, sarebbe assurdo il contrario, la matrice è pur sempre il rock chitarristico che si fa power pop: impossibile quindi non pensare ai Dinosaur Jr, ai Lemonheads, ai Get up kids, quando non ai Presidents of the Usa e, se in alcuni brani sembra addirittura di sentire i Foo Fighters (siate sinceri, si può non volere molto bene a Dave Grohl?), non c'è una singola canzone definitivamente riconducibile a uno o all'altro di questi nomi.

Siamo dunque di fronte ad un lavoro che ha una sua maturità e una sua personalità ben definite, che evidenzia doti di scrittura rock non comuni e la voglia o l'attitudine a non seguire mai la strada più scontata per giungere a soluzioni sorprendenti. Stupisce ad esempio il lavoro della sezione ritmica, soprattutto per quanto riguarda la batteria: i colpi sono pochi ma decisi, nessun virtuosismo a cercare l'applauso, quanto invece un lavoro di struttura a coagularsi con il basso per creare una base solidissima che finisce per dare carattere a tutto il disco. Sorprendono anche alcune soluzioni produttive che portano in certi momenti a comprimere il suono come in un disco di electro pesante, ma su tutto sono eccellenti le melodie ricavate dalla chitarra e dalla voce che danno vita a una serie di potenziali hit che, c'è purtroppo da scommetterci, venissero sfornati da un gruppo anglosassone sarebbero in men che non si dica su tutti i palchi d'Europa e oltre.

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La recensione Rock Days di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-07-05 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • pons 14 anni fa Rispondi

    Bravi!