Autunna et sa Rose Né l’etre…éterne! 2000 - Sperimentale, Dark, Acustico

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Dopo aver ascoltato e riascoltato un disco come “Né l’etre …éternel”, un interrogativo assale il recensore: cosa ci fa tra le pagine di Rockit un lavoro suonato da musicisti di formazione classica, dichiaratamente ispirato a Malher e Schumann? Interrogativo non peregrino, stando al fatto che da queste parti si poga sui Julie’s Haircut e ci si tocca pensando ai Laundrette. Partendo, quindi, dal presupposto che rock può anche voler dire sperimentazione o avanguardia, indipendentemente dagli strumenti usati, allora abbiamo già trovato un punto di convergenza, e nemmeno l’unico, a ben vedere.

Il progetto - perché di progetto si tratta - “Autunna et sa Rose” è attivo da qualche anno in ambito europeo come laboratorio contemporaneo a carattere multiespressivo. Come nell’esordio datato 1996, “Sous la robe bleue”, la proposta vira in direzione di una musica prevalentemente acustica, che però non disdegna di intercalare intermezzi poetici alle note. “Né l’etre …éternel” è diviso in due parti, la prima di trio classico pianoforte-violoncello-voce soprano, mentre la seconda ricrea le atmosfere di una orchestra classica. Il lavoro, ambizioso, e forse proprio per questo molto ben realizzato, è lontanissimo dagli stilemi del progressivo, anzi, per dirla tutta, con certe esasperazioni barocche non ha nulla a che vedere. Resta il fatto che la musica può comunque non piacere, anche se il grande sforzo realizzato cela una autenticità non comune.

Parte dei testi è ispirata a Antonin Artaud, surrealista della prima ora, così iconoclasta nelle sue scorribande poetico-letterarie da essere addirittura emarginato da André Breton e dai suoi vecchi compagni. Provate a leggere le opere di Artaud: anche il rockettaro più impenitente avrà molto da imparare! Tornando al disco e alle sue liriche, il tema dominante dei testi è la morte, vista come una parte della vita, regolata dal sogno, concetto preso a piene mani dalla poetica surrealista. Una tematica esaltata da un recitativo decisamente all’altezza. Ascoltare ed apprezzare un disco del genere non è un’operazione difficile, è sufficiente avvicinarsi al lettore senza alcuna prevenzione.

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La recensione Né l’etre…éterne! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-07-25 00:00:00

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