Dumbo Gets Mad Elephants At The Door 2011 - Psichedelia, Indie

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Il polistrumentista Dumbo Gets Mad pesca dal retro ma suona nuovo grazie al suo lato elettronico, a volte teso all'ambient e al dream-rock, a volte a un surreale trance-funk-tronic

Dumbo Gets Mad è la prova vivente del fatto che è la cultura a fare di te ciò che sei. Altrimenti come farebbe questo reggiano a sembrare il nipote di Frank Zappa uscito da una Woodstock dance? Magari in certi bar della provincia emiliana si trovano ancora juke box, distributori di biglie impolverate, vecchi flipper incorniciati da luci da camerino e serate electroboogie – in più, i panorami anni '60 della riviera hanno sicuramente aiutato a formare un certo immaginario - eppure se Dumbo Gets Mad prende l'autostrada arriva in California, mentre io no.

Saranno stati i film con le colonne sonore psichedeliche tutte synth degli anni '70-'80 e dei film di Tarantino a segnarlo? Il ferrovecchio in cui ha scovato i filmini sbiaditi dei corpi nudi e scottati dei concerti degli anni '60? Un debole per James Brown e il suo "Papa's got a brand new bag" e per le Andrew Sisters? Un amore incondizionato per la manipolazione elettronica contemporanea tropic-hiphop-funksoul alla Caribou e alla James Pants? Forse tutto ciò mischiato a un talento per gli arrangiamenti e la contaminazione di generi, l'orecchio per le melodie catchy, un'infatuazione carnale con strumenti e suoni vintage - tra cui lo spara-bolle - un baule di vecchi vestiti tropical anni '70 dissotterrati dal retro di un emporio, e la compagnia di una musa burlesque-gainsbourghiana discendente di Isobel Campbell; tutto ciò ha creato il disco psych-rock "Elephants at the door".

Il polistrumentista Dumbo Gets Mad pesca dal retro ma suona nuovo grazie al suo lato elettronico, a volte teso all'ambient e al dream-rock, a volte ad un trance-funk-tronic che lo rende decifrabile, a seconda del pezzo, nella scia di gruppi come Stereolab e i primi Goldfrapp di "Felt Mountain".

Questa parata di riff glam, assoli di synth, echi, sbuffate di sax, suoni cartoon e dilatazioni ambient french touch alla Air, servono a creare un nuovo mondo, un "Limbo's village" - brano del disco particolarmente psicoattivo – una giungla di suoni ricchi e colorati, in cui nonostante la contaminazioni di generi ci si accorge che tutto trova una sua armonia.

Come in un ipotetico dream-psych rock dei Flaming Lips che si sintonizza sulle onde erotiche e downtempo degli Air, per risvegliarsi con uno slancio power-rock alla White Stripes e marciare su una base totalmente electro-synth con cori languidi e rallentati della cantante. E per il finale del pezzo, anche se è un'impresa, Dumbo Gets Mad non dimentica nessuno: tutte le parti del brano sono invitate a partecipare alla festa con le loro migliori fantasie, per terminare in psichedelia pura in stile titoli di coda allegri e spensierati alla Austin Powers ("Eclectic Prawn").

La dote maggiore del disco "Elephants at the door" sono canzoni sperimentali e indimenticabili come "Marmelade Kids", "You make you feel", "Plumy Tale", "Eclectic Prawn". Quella di Dumbo Gets Mad è la creatività che manovrata bene, come fa lui, ci porta tutti in California.

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La recensione Elephants At The Door di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-18 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • damarama 13 anni fa Rispondi

    bravissimi! Bella scoperta! grazie!

  • dumbogetsmad 13 anni fa Rispondi

    Free download da bit.ly/BPR01-DGM
    Pre-order edizione limitata in vinile di Elephants At The Door : badpandarecords.bigcartel.com/

  • dumbogetsmad 13 anni fa Rispondi

    Dumbo Gets Mad è emerso nell'estate del 2010 nel Nord Italia e ora si è trasferito a Los Angeles. Il suo scopo iniziale era quello di comporre musica in maniera organica, aperta a qualunque direzione le melodie prese durante la sessione di registrazione. Il primo brano è stato Plumy Tale, che ha ricevuto recensioni positive da un certo numero di blog musicali. Dumbo ha quindi deciso di lavorare su un album di debutto con un obiettivo esplicito e con una idea in mente: "Non importa quello che sembrava, doveva essere psichedelico!"

    Il risultato, Elephants At The Door, è stato registrato senza tecnologie avanzate, utilizzando attrezzature vecchio stile come sintetizzatori analogici e registratori a nastro, e un sacco di buone vibrazioni.