Areamag Si Salvi Chi Può 2010 - Cantautoriale, Rock, Indie

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Di solito, quando si dice che un disco è riuscito a metà, vuol dire che si percepisce una netta differenza tra la qualità della musica e quella dei testi. O almeno, per quanto mi riguarda, è sempre stato così. Un fatto comune, soprattutto se si parla di esordienti o quasi. Con Areamag, "riuscito a metà" vuol dire tutt'altro.

Testi e musiche, infatti, si equivalgono: nessuno dei due fa gridare al miracolo, ma il livello è piuttosto buono. Grande coerenza stilistica, piena consapevolezza di quello che si sta facendo. Pare poco? No. Però, come detto, il disco funziona a metà. La divisione tra buono e meno buono la si trova all'interno delle singole canzoni: semplicemente, Areamag è un cantautore che scrive grandi ritornelli e strofe così così. Prendete la prima traccia, tra le migliori del disco: strofa a metà tra un Caparezza senza falsetto e lo stile "Maraja" di Capossela e poi apertura nell'inciso. Apertura di quelle che si ricordano. C'è la canzone nazionalpopolare, c'è Domenico Modugno, ma ci sono anche sonorità debitrici ai Casino Royale. Tutto questo in un ritornello? No, in quattordici ritornelli, perché il salto di qualità è sempre presente, diventando quasi una cifra stilistica.

Intendiamoci, quelle di Areamag non sono brutte canzoni, anzi, prese singolarmente funzionano e hanno un bell'impatto. Messe in fila, però, denunciano una certa pesantezza, dovuta sia ai temi trattati, sia a una sostanziale incapacità di uscire dallo schema della mitragliata di parole. I temi sono quasi tutti sociali: c'è lo sfruttamento sessuale ("Tana libera tutte", premio Voci per la Libertà 2011) e minorile, le mine antiuomo, la vita in mondi poveri e altro ancora. Intento lodevole, certo, ancora di più se sostenuto da ritornelli che hanno nel proprio DNA puro pop al 100%.

Così, pur non essendo del tutto soddisfacente, il disco dà comunque un segnale importante. La sensazione, infatti, è che da Areamag possa arrivare una proposta stilistica in grado di spodestare, dopo vent'anni, la formuletta del combat folk/patchanka come veicolo principale della canzone impegnata italiana e la supremazia della sostanza sulla forma che quel genere si porta dietro da sempre. Di nuovo, pare poco?

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La recensione Si Salvi Chi Può di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-19 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • faustiko 13 anni fa Rispondi

    E' sempre un piacere leggere Marco Villa...