Un disco un po' scuro, venato di melanconia. Ma con dei brevi flash di luce, intensi e scanditi dai quattro quarti, che usano la melodia per rimettere in circolo sana gioia di vivere. I City Final sono di Roma e fino a poco tempo fa si chiamavano Passione Nera (vedete che l'animo romantico dark ritorna). Dopo vari cambi di formazione, rinascono con questo lavoro che si chiama "How we danced" e che contiene dieci pezzi: parlano di amori, fughe e sogni. Di città, anche, come Londra, Berlino e pure la Capitale, che volenti o nolenti è la loro casa base. Un album elegante, ben pensato ed eseguito con l'energia giusta. Spesso fin troppo perfetto e poco sorprendente, se non in qualche guizzo qua e là.
Inutile dire che dentro ci sono gli Smiths, c'è Morrissey come se piovesse, con la voce del cantante Andrea Pirro così grave e "posh", nell'accento. Poi un tocco di National, qualche affinità con Neil Hannon... vogliamo scomodare pure i Joy Division? Insomma, l'impianto base l'avete capito. Inoltre, difficile non accorgersi dello zampino di Nicola Manzan (aka Bologna Violenta), che ha collaborato al disco insieme a Liam McKahey dei Cousteau. Molto cinematografiche, quasi da western, "Strenght in a smile" e "The Lion's Tears", simili nel tappeto di fondo di suoni. Vanno un po' controcorrente rispetto agli altri pezzi anche "Palane Pilots" e "Sinking", forse per le chitarre che cavalcano, per gli arrangiamenti che portano lontano.
Per il resto, sono tutti bei pezzi dallo stesso stile. Manieristici, sapientemente composti. Solo che ne perde in lucidità creativa tutto l'album, che sembra ahimè coperto da una patina blu che livella tutto sullo stesso piano. Poco spicca, panta rei: tutto scorre. Senza intoppi, ma scorre. Da ascoltare, senza dubbio. Ma vi aspettiamo al varco City Final: nel prossimo disco vogliamo delle perle vere, sappiamo che da qualche parte le avete.
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La recensione How We Danced di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-13 00:00:00
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